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Protezione sussidiaria a un cittadino del Mali in quanto nel paese è stata riconosciuta una situazione di violenza indiscriminata

Corte di Appello di Potenza, sentenza n. 424 del 27 giugno 2018

Una sentenza della Corte di Appello con la quale, in completa riforma dell’ordinanza di primo grado, si riconosce la protezione sussidiaria al richiedente asilo proveniente dal Mali.

Dopo aver ribadito che l’appello avverso l’ordinanza di rigetto della richiesta di protezione internazionale va proposto con atto di citazione e non con ricorso (come invece voleva sostenere l’Avvocatura dello Stato), la Corte potentina compie un dettagliato excursus dell’attuale situazione geo-politica sussistente in Mali, confrontando diverse fonti e illustrando gli ultimi eventi che contribuiscono ad affermare una condizione di violenza indiscriminata in questo paese: sostanzialmente si osserva un insuccesso degli accordi di pace di Algeri del 2015; a questo si deve aggiungere un’estensione del conflitto, che dal nord ha coinvolto anche il centro del paese. Così come preoccupante anche il dato che ai vecchi gruppi armati ribelli, si sono aggiunti scontri etnici e violenze condotte da gruppi islamisti. A questi focolai fa da contraltare una risposta inadeguata da parte dello Stato maliano e delle missioni di pace internazionali presenti dell’area, che, in nome dell’antiterrorismo, in alcune situazioni hanno compiuto violazioni dei diritti umani gravissime.

Dopo la rassegna delle COI, la Corte di Appello ribadisce i principi della giurisprudenza europea e italiana in materia di requisito di individualità della minaccia grave alla vita o alla persona; infine, pregevole anche la lettura dell’onere probatorio e della credibilità del richiedente alla luce delle linee guida redatte dall’UNHCR.

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Corte di Appello di Potenza, sentenza n. 424 del 27 giugno 2018