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Quale futuro per il Cpt di Gradisca?

Intervista a Kristian Franzil

Il Centro di Permanenza Temporanea di Gradisca d’Isonzo a marzo ha compiuto il suo primo anno, un anno in cui il Cpt non è mai entrato a pieno regime ospitando al massimo una sessantina di migranti a fronte degli oltre duecentocinquanta posti disponibili, un anno in cui non sono mancate rivolte interne, fughe, visite parlamentari. Etichettato come “lager modello” dai movimenti e dalle associazioni che contro di esso si sono battute ancora prima della sua apertura, dopo la visita della commissione De Mistura, il Cpt di Gradisca sembra sarà preso come “struttura modello” per gli altri Cpt d’Italia.

Un modello pieno di contraddizioni con molti aspetti ancora poco chiari, in primis, la gestione interna appaltata alla cooperativa Minerva, gestione di cui non si conoscono il bilancio e gli effettivi costi.
Sappiamo solo quello che i migranti cercano di comunicare dall’interno com’è successo il 26 aprile quando alcuni “ospiti” del Cpt hanno chiamato i giornalisti per testimoniare la loro situazione ed avvertire che era in atto una protesta contro gli operatori della Minerva.
Mentre poco o nulla si sa di cosa succeda all’interno, si rincorrono le affermazioni da parte del Ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, riguardo al futuro della struttura. Dalla conferenza regionale sull’immigrazione svoltasi a Pordenone i primi di maggio il ministro ha annunciato la trasformazione del Cpt in centro d’identificazione senza nessuna funzione reclusiva.

Sulla gestione attuale da parte della cooperativa Minerva e su quali siano le prospettive future della struttura abbiamo intervistato Kristian Franzil, Consigliere regionale di Rifondazione Comunista. http:///app/uploads/2007/05/franzil_intervista.mp3.mp3

Redazione Melting Pot Friuli Venezia Giulia