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da Il Corriere Romagna del 30 marzo 2004

Ravenna – Concessi 1.338 permessi in meno di 48 ore

I più “fortunati” sono stati sei cittadini slovacchi, futuri impiegati in un albergo della Riviera. Il loro permesso di soggiorno per lavoratori stagionali gli è stato concesso in appena 45 minuti. Tutti gli altri invece hanno dovuto aspettare dalle 36 alle 48 ore. Al massimo due giorni, insomma, nonostante la pioggia di richieste che in vista del periodo pasquale ha sommerso l’ufficio Immigrazione della Questura di Ravenna, dove in queste ore si continua a lavorare a pieno ritmo. Sono state 1.338 le richieste soddisfatte dal 27 marzo fino a ieri e altre 300 verranno analizzate in queste ore, proprio per permettere all’industria del turismo di mettersi in moto. Senza rallentamenti per gli imprenditori e senza disagi per i lavoratori.
“Cerchiamo di fare il nostro meglio – spiegano da via Berlinguer – capiamo le esigenze della categoria, ma la legge sull’immigrazione ci impone il fotosegnalamento di tutti i lavoratori”. L’iter per diventare un lavoratore in regola, infatti, prevede diversi passaggi che vanno seguiti con attenzione. Il primo compito è svolto dalla direzione provinciale del lavoro, che “gira” in questura i nomi delle persone che hanno fatto richiesta per ottenere il permesso di soggiorno. La polizia fa un primo controllo sui nomi, segnalando eventuali pregiudicati. Dopo sono i datori di lavoro ad avvisare, nei rispettivi paesi d’origine, i futuri lavoratori che nell’ambasciata italiana cercheranno di ottenere il visto necessario sul passaporto.
Arrivati in Italia, i lavoratori si ripresentano in questura per essere fotosegnalati. Le loro impronte digitali vengono inviate al casellario centrale del ministero degli Interni. Se tutto è in regola, il permesso viene rilasciato. Se invece qualcuno ha cercato di rientrare in Italia con un falso nome o con falsi documenti, viene rispedito nel paese d’origine. “La media per ogni pratica è di 48 ore, il tempo fisiologico per compiere un lavoro che va fatto con la massima professionalità”. Lavoro che si somma a quello ‘ordinario’: fatto di rimpatri, espulsioni, ricerche di nazionalità per sedicenti stranieri con decine di alias. Un lavoro senza “stagioni” che, ovviamente, interessa a pochi.