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da Ravenna&dintorni

Ravenna – I medici: «Chiederci di denunciare i “clandestini” è pericoloso per tutti»

«L’Ordine dei medici «esprime viva preoccupazione e forte contrarietà e auspica fermamente una modifica da parte della Camera». Il comunicato stampa inviato con la firma del presidente dell’Ordine, Stefano Falcinelli, e condiviso dal Collegio infermieri professionali, Assistenti sanitari e Vigilatrici d’infanzia (Ipasvi) di Ravenna, prosegue ritenendo «il provvedimento contrario a quanto contenuto nella nostra Costituzione, ai principi solidaristici e universalistici del SSN e all’etica e alla deontologia medica che richiamano i medici a tutelare prima di tutto la salute del paziente». Falcinelli sottolinea che non è compito dei medici risolvere il problema dei clandestini in Italia e invita i colleghi a continuare come sempre a curare la persona malata senza chiederle né la residenza, né la religione, né la cittadinanza.
«In secondo luogo – scrive ancora Falcinelli – ci si domanda anche quali potrebbero essere le eventuali ripercussioni sulla salute della collettività. Infatti è chiaro che se una malattia infettiva non viene curata cresce il rischio che si diffonda. Giova ricordare che anche nella nostra città è presente dal 2002 una struttura voluta dalla Azienda sanitaria locale e dalla Croce Rossa che da allora assiste, gratuitamente e con la garanzia dell’anonimato, gli immigrati clandestini svolgendo un importante servizio per queste persone e naturalmente anche per la nostra comunità, prevenendo la diffusione di eventuali malattie infettive». A condividere le preoccupazioni di Falcinelli c’è anche il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, che considera il voto al Senato «una scelta disumana. Una norma cattiva e razzista». Anche la Giunta della Regione Emilia-Romagna, riunitasi lunedì, ha espresso un giudizio fortemente negativo «perché si tratta di norme sbagliate e di difficile applicazione pratica, soprattutto per il fatto che l’obbligo di segnalazione produrrebbe un’inevitabile effetto deterrente all’accesso alle prestazioni sanitarie da parte di stranieri irregolari, con conseguenze sull’intera popolazione. C’è il rischio – si legge in una nota – che il mancato accesso alle strutture sanitarie da parte di stranieri irregolari determini l’impossibilità di controllare fenomeni legati a malattie trasmissibili, quali ad esempio la Tbc o altre per cui esistono programmi di vaccinazione, rischiando di rappresentare così un pericolo per la salute dei singoli e dell’intera comunità». La Giunta ha dato mandato all’assessore alle Politiche per la salute Giovanni Bissoni affinché continui gli approfondimenti tecnico-giuridici in modo da predisporre strumenti più efficaci a tutela della salute, evitando al contempo agli operatori sanitari atti contrari alla loro deontologia professionale.