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Reggio Emilia – Il 2004 l’anno dei clandestini

da La Gazzetta di Reggio del 25 novembre 2005

Reggio. Un fiume di gente . Disperata. Senza soldi, anzi spesso con debiti da “onorare” verso persone senza scrupoli, quelle che hanno loro organizzato. E senza documenti. Sono gli stranieri che nel 2004, secondo il rapporto della caritas diocesana hanno lasciato il loro paese d’origine per arrivare fino a Reggio Emilia.
I dati del rapporto della Caritas evidenziano un dato impressionante: praticamente il 90% delle persone che sono arrivate a Reggio nel 2004 erano prive di permesso di soggiorno. Un dato non scientifico, dal momento che si basa sulle persone che si rivolgono alla Caritas in cerca di aiuto.
“Delle 1.667 persone incontrate -si legge nel rapporto 2004 della Caritas- circa la metà, 832, pari al 49,9% non possiedono un permesso di soggiorno, seguite da coloro che sono legalmente presenti sul territorio italiano (675 persone, pari al 40,5% del totale) e da coloro che sono invece in attesa di regolarizzare la propria posizione (69, pari al 4,1%).
Gli irregolari. Ma il dato interessante è soprattutto un altro: per quanto riguarda le persone straniere che nel 2004 hanno bussato alla Caritas, un terzo di loro ha dichiarato di essere entrate in Italia nel 2004, “manifestando di conseguenza una recente immigrazione. Da notare -prosegue il rapporto caritas- che tale valore tende a scendere, con una tendenza inversa solo nel 2002, anno della regolarizzazione.”
Poi il rapporto prosegue: “Se osserviamo con maggiore finezza la situazione legale di colore che sono entrati in italia negli ultimi tre anni, vediamo che più ci si allontana dall’anno della regolarizzazione e maggiore è il numero di coloro che non possiedono un permesso di soggiorno. In particolare provando ad osservare percentualmente fra le persone incontrate il valore di coloro che non possiedono il permesso di soggiorno si passa dal 23,6% del 2002 al 90,5% nel 2004, ben al di sopra del 49,5% medio. Possimo quindi evidenziare come accanto a un’immigrazione stabile e legalmente riconosciuta, si affianchi una crescente immigrazione irregolare, difficilmente quantificabile.”
La provenienza. Un dato sicuramente interessante nelle pieghe del rapporto Caritas è sicuramente costituita dalla provenienza dei flussi a Reggio. Mentre sono in calo -nel 2004 rispetto al 2003- gli arrivi a Reggio dalla Tunisia (-18,4%), mentre calano anche i nuovi migranti di origine nigeriana (-5,4%), mentre sono altresì in discesa gli Albanesi che arrivano a Reggio (un calo stimato del 20% nel 2004 rispetto all’anno prima), è letteralmente impressionante l’incremento che fanno registrare gli arrivi dall’ex blocco sovietico e dall’Africa più povera, anche se quest’ultimo aspetto vale soltanto in percentuale ed è ancora invece assai poco significativo in termini assoluti. Quella del Sudan è l’immigrazione che percentualmente è cresciuta di più nel 2004: 341,7%. Un dato impressionante se non fosse su numeri ancora bassi: 12 i passaggi registrati dalla caritas nel 2003, 54 quelli che invece sono arrivati nel 2004 negli uffici di Santa Croce, alle porte di reggio.
Più significativa la crecita per quanto riguarda il Ghana: nel 2004 furono registrati alla Caritas 358 passaggi, 131 in più del 2003, pari a un incremento del 57,7%.
Ma il grosso arriva dall’est europa. L’incremento percentuale più alto è quello fatto registrare dai Georgiani: 218,9% in più nel 2004 rispetto al 2003, seguito dal 132% di incremento dei Moldavi e dal 128% di arrivi in più per quanto riguarda gli Ucraini.
“Il giro è chiaro: con 2.500-3.000 che alla partenza nessuno di loro ha -spiegava in una delle scorse puntate il fondatore del Ceis di Reggio don Giuseppe Dossetti che da alcuni anni gestisce un centro d’ascolto per immigrati soprattutto dell’ Est- riescono ad ottenere visti turisticiper quei paesi dell’anticamera dell’area Shenghen, un visto Ungherese, Polacco o Ceko. Alle frontiere di questi paesi, in teoria dovrebbero esserci dei controlli. Di fatto, forse perchè i migranti sborsano altro denaro, questi controlli non ci sono e così, questo esercito di disperati arriva nell’area Shenghen, quella della libera circolazione delle merci e dalle persone.”
I bisogni. Il rapporto della Caritas diocesana prende poi in esame anche i principali bisogni, le richieste che questi migranti fanno ai volontari quando arrivano a Reggio.
E la prima cosa che salta agli occhi è quella della estrema concretezza di questi problemi: il 37,7% delle persone ha problemi rispetto al redditto, ovvero non riesce ad arrivare alla fine del mese con lo stipendio che percepisce. Il 29,9% ha quindi il problema del lavoro, non sa come reperirlo, oppure è vittima di sfruttamento ed episodi di lavoro nero. Il 15,4%, infine evidenzia il problema della casa. Spesso si tratta di persone che proprio non hanno un tetto oppure che non riescono a far fronte all’affitto, perchè magari hanno nel frattempo perduto il lavoro e paradossalmente, hanno invece fra le mani il permesso di soggiorno. Decisamente meno incidenti gli altri problemi: da quelli legati alla giustizia a quelli relativi ad handicap o disabilità.

Massimo Sesena