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Tratto da http://www.emilianet.it

Reggio Emilia – Il Consiglio Provinciale approva un ordine del giorno sul diritto di voto

Il consiglio provinciale, sotto la presidenza di Enrico Manicardi, ha approvato con 17 voti favorevoli (Ds, Margherita, Rifondazione Comunista, Italia dei Valori-Lista Di Pietro, l’indipendente di maggioranza Liana Barbati) e 5 voti contrari (Forza Italia, An, Lega Nord per l’Indipendenza della Padania, Democrazia e Confronto) un ordine del giorno presentato dal capogruppo di Rifondazione Comunista Giuseppe Zuelli, nel quale si invitava la Conferenza dei capigruppo, nell’ambito della stesura delle modifiche al vigente Statuto “a valutare l’introduzione del diritto di voto ai cittadini immigrati extra-Ue, prevedendo: che gli stranieri o apolidi residenti da almeno due anni nel territorio provinciale, in possesso del titolo di soggiorno in corso di validità, dopo 5 anni di soggiorno regolare, abbiamo diritto al voto nelle elezioni per il Consiglio provinciale, richiedendo a tutti i Comuni della provincia l’iscrizione delle persone in possesso di tali requisiti nelle liste elettorali, fino al giorno antecedente le convocazioni dei comizi; che per l’esercizio di tale diritto al cittadino straniero o apolide sia richiesto il possesso dei medesimi requisiti previsti per i cittadini italiani”. Infine, la richiesta di “invitare il Parlamento ad approvare una legge che consenta a tutti gli stranieri o apolidi residenti nel territorio nazionale di poter esercitare il diritto di voto attivo e passivo nelle elezioni amministrative”. Sempre sul tema del voto ai cittadini immigrati, respinto con 5 voti favorevoli (Forza Italia, An, Lega Nord per l’Indipendenza della Padania), 14 voti contrari (Ds, Margherita, Rifondazione Comunista) e 4 astensioni (Italia dei Valori-Lista Di Pietro, Democrazia e Confronto, l’indipendente di maggioranza Liana Barbati e Matteo Moreschi dei Ds) un ordine del giorno di Forza Italia. Respinta anche una mozione presentata dal capogruppo della Lega Nord per l’Indipendeza della Padania Angelo Alessandri, con 5 voti favorevoli (Lega Nord, Forza Italia, An) e 16 voti contrari (Ds, Margherita, Rifondazione Comunista, Italia dei Valori-Lista Di Pietro, l’indipendente di maggioranza Barbati).

Il dibattito sui tre documenti all’ordine del giorno si è svolto congiuntamente.
Nel presentare il proprio documento Giuseppe Zuelli (Prc) ha commentato: “L’integrazione passa per l’affermazione oltre che di doveri, di diritti”. Zuelli ha poi richiamato il fatto che spesso si parla di immigrazione in relazione a episodi di ordine pubblico: “Sono episodi figli dell’emarginazione e di una mancata integrazione”.
A presentare il documento di Forza Italia, nel quale si chiedeva di rivolgere al Parlamento l’invito affinchè “si avviasse un confronto fra tutte le forze politiche per approfondire il tema alla luce anche delle esperienze delle grandi democrazie occidentali, in considerazione dell’impatto che tali provvedimenti possono inevitabilmente avere”, il consigliere Liborio Cataliotti. I forzisti nel documento parlavano di “strumentalizzazione” dei cittadini immigrati e affermavano: “La richiesta, emersa da più parti, di veder “riconosciuto al più presto a tutti gli stranieri residenti il diritto di voto”, per lo meno alle amministrative, solleva molte perplessità e non pochi problemi di ordine culturale e sociale, nonché di congruità con le esigenze delle nostre comunità locali”. Cataliotti ha poi aggiunto: “Si tende a fare del problema un’enorme zuppa. Zuelli ha definito il riconoscimento del diritto di voto sacrosanto ed ha anche richiamato come esempio, il voto degli italiani all’estero. E’ un riferimento del tutto improprio”.

Il capogruppo della Lega Nord per l’Indipendenza della Padania Angelo Alessandri ha invece affermato “che la discussione si svolge da un punto di vista sociale e politico completamente sbagliato”. Nella propria mozione infatti Alessandri affermava la “contrarietà ad ogni ipotesi di concedere il diritto di elettorato attivo e passivo a tutti i residenti nella Repubblica privi della cittadinanza italiana o di uno Stato appartenente alla Comunità Europea”. Nella mozione si spiegava che “la residenza sul territorio italiano di molte migliaia di cittadini extracomunitari, compresi quelli di recente regolarizzazione, non può presupporre un immediato godimento dei diritti politici”.
Dopo la presentazione dei tre punti all’ordine del giorno il dibattito che si è aperto con l’intervento del capogruppo dei Ds

Gino Montipò: “La capacità di far coesistere culture diverse è un elemento che non può che rafforzare un Paese. Quello di Rifondazione non è certo un odg sovversivo, bensì prende in considerazione la possibilità di prevedere un’attenzione al voto di queste persone”. Nel merito del documento di Forza Italia, Montipò ha invece detto che “si tratta sì di una problematica non semplice, ma in questo modo non si tenta di risolvere la questione. I problemi vengono lasciati senza una risposta, non c’è il coraggio di assumere delle decisioni”.

“Anche se fa piacere, non è arrivato per primo Fini su queste cose” ha detto il capogruppo della Margherita Pietro Ferrari. Ha inoltre ricordato che “già nel ’93 la Conferenza episcopale per l’immigrazione aveva avanzato la richiesta di diritto di voto agli immigrati, perchè si riteneva fosse un elemento di integrazione significativo”. Ferrari ha concluso sottolineando che “occorre tenere presente una differenza rilevante, cioè che si parla di un diritto di voto amministrativo, non politico”.

Sulla questione è intervenuta anche la vicepresidente della Provincia Sonia Masini, che ha inoltre la delega alle Politiche sociali: “E’ innaturale che si sia fatto tanto per garantire il diritto di voto agli italiani che risiedono all’estero, mentre si continua a negare questa possibilità a chi vive nella nostra realtà, lavorando, quindi contribuendo all’assetto economico italiano”. Secondo la vicepresidente Masini “diffondere la cultura dell’odio e della diffidenza come da tempo diversi esponenti politici fanno è un danno prima di tutto per gli italiani”. “I cittadini immigrati – ha continuato la vicepresidente Masini – sono un enorme veicolo di diffusione di principi e sistemi democratici”. Infine una proposta: “La possibilità di avere in Consiglio due osservatori permanenti, in rappresentanza degli immigrati ed eletti dalla Consulta provinciale per l’immigrazione”.
Su quest’ultimo punto è intervenuto il Presidente del Consiglio provinciale Enrico Manicardi, definenedo “interessante la proposta fatta dalla vicepresidente”.

Un monito dalla consiglere indipendente di maggioranza Liana Barbati: “I dati sulla presenza dei cittadini straniera nella nostra provincia sono consistenti e bisogna anche tenere presente che esiste una paura diffusa nella maggior parte della popolazione autoctona. Noi politici dobbiamo prendere in considerazione seriamente questa insicurezza”. Liana Barbati si è anche soffermata sull’importanza di inserire fra i requisiti, la residenza specifica nel territorio provinciale da almeno due anni: “Serve a garantire un voto ‘intelligente’, frutto di una reale conoscenza del contesto locale in cui si vota e ad evitare di conseguenza che ci siano strumentalizzazioni”.

Secondo Eolo Biagini (Italia dei Valori-Lista Di Pietro) “concedere il diritto di voto è un modo intelligente di combattere il terrorismo, perchè man mano che avviene un inserimento, c’è anche il rigetto verso ciò che turba l’assetto sociale in cui si vive”. Biagini ha poi spiegato che “è vero che il diritto di voto dovrebbe essere acquisito e non una concessione, ma anche se inizialmente si configura come tale, è prima di tutto nell’interesse del popolo italiano”.
“Spinte in avanti troppo forti rischiano di non affrontare un argomento che merita di essere affrontato con un saldo presupposto legislativo, perchè una volta fatto un passo del genere non si può più tornare indietro” è stato l’intervento di Paolo Ottavo Pisano (Socialdemocratici “G.Saragat”).