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Reggio Emilia – Migrante picchiato da agenti delle forze dell’ordine in borghese

Jerome Brown e la comunità a lui vicino si rivolgono all'Ass. Ya Basta! per denunciare l'accaduto

Jerome Brown, 21 anni, madre liberiana e padre nigeriano arriva in Italia nel 2003. “Sono arrivato a Lampedusa e poi sono venuto a Reggio dove sono andato subito in questura per chiedere l’asilo politico perchè nel mio paese ero perseguitato, ma in questura a Reggio Emilia mi hanno mandato fuori senza farmi compilare nessun foglio. Per vivere faccio il venditore ambulante, vendo fazzoletti”- racconta Jerome.
Lunedì sera stava andando a comprare una ricara del cellulare in bicicletta quando si è sentito afferrare al collo. E’ caduto dalla bicicletta e non ha capito più nulla. E’ stato picchiato da quattro persone che poi ha scoperto essere agenti in borghese. Ora Jerome si trova all’spedale di Reggio Emilia dove lunedì sarà operato per una frattura scomposta al braccio sinistro.
La comunità vicina a Jerome Brown si rivolge all’Ass. Ya Basta! per denunciare l’accaduto e ristabililire la verità dei fatti in quanto mercoledì il quotidiano locale La Gazzetta di Reggio Emilia pubblica la versione delle forze dell’ordine che sostengono di aver fermato Jerome per un controllo e di averlo dovuto bloccare perchè avrebbe opposto resistenza morsicando un agente.
L’Ass. Ya Basta! ha incontrato Jerome assieme ai giornalisti per denunciare l’accaduto.

Il ragazzo racconta come sono andati i fatti:
“Sono andanto a prendere la bicicletta da mia sorella per andare a prendere la ricarica del telefono. Mentre andavo in bicicletta è arrivata una persona che mi ha afferrato per il collo. Io gli ho chiesto: chi sei? Lui non mi ha detto niente e mi ha buttato a terra . Quando sono caduto sono arrivate altre tre persone. Ho pensato che fossero lì per aiutarmi, in realtà erano assieme e hanno iniziato tutti e quattro a picchiarmi. Io ho iniziato a gridare aiuto . Mi hanno picchiato per quasi 45 minuti. E uno di loro mi ha di nuovo preso per il collo, credevo di soffocare e così ho cercato di difendermi dandogli un morso.
Uno mi ha pestato la testa e un’altro mi ha girato il braccio, adesso ho una frattura. Io continuavo a piangere e a chiedere aiuto, dicevo di chiamare la polizia, ma per molto tempo non è passato nessuno. Poi sono arrivate due macchine della polizia, forse qualcuno le ha chiamate. Sono scesi gli agenti che hanno chiesto a questi uomini cosa stessero facendo e loro si sono identificate come polizia. E io gli ho detto, ma tu sei un poliziotto, perchè non me lo hai detto, perchè mi hai picchiato così? Io non so perchè mi abbiano picchiato così tanto, in testa, nelle gambe, alle braccia, pensavo di morire. Poi nel mentre è arrivata mia sorella che gli hai chiesto perchè è successo questo e loro hanno risposto perchè tuo fratello ha fatto una rapina tanto tempo fa. Ma io non ho mai fatto una rapina. Ma mi hanno trattato non come se mi volessero arrestare ma come se mi volessero ammazzare. Poi mi hanno ammanettato sia le mani che i piedi, caricato sulla macchina e portato in questura. Non sono sceso dalla macchina perchè è arrivata una persona, credo fosse il capo, che ha detto di chiamare un’ambulanza perchè mi portassero all’ospedale. Io voglio denunciarli per quello che ni hanno fatto. Ho due spalle rotte, lunedì mi opereranno al braccio sinistro e ho contusioni in tutto il corpo.
Io voglio che esca la verità, voglio fare chiarezza su quello che è successo.”

Jerome Brown ha inoltre chiesto aiuto all’avvocato Vainer Burani che afferma “Vi sono tre testimoni che raccontano cose totalmente diverse da quanto ricostruito dalla polizia e apparso sui giornali. Se vi saranno gli estremi per una denuncia la presenteremo.”

L’Ass. Ya Basta! appoggia il coraggio di Jerome e lo sostiene nella sua denuncia pubblica per quello che è successo.
Nessuno può subire violazioni di diritti umani e fondamentali così forti.