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Regione Lombardia e vaccino agli irregolari: bene, ma non benissimo

Il commento dell'Associazione Naga di Milano

Photo credit: Naga

I vaccini sono uno strumento di tutela della salute pubblica e pertanto, per essere efficaci, devono poter interessare tutta la popolazione che condivide uno stesso territorio. Lo dice la scienza e anche la legge.

Il Testo Unico Immigrazione all’ART 35 stabilisce che “Ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all’ingresso ed al soggiorno, sono assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati, le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva. Sono, in particolare, garantiti: Sono in particolare garantiti: […] c) le vaccinazioni secondo la normativa e nell’ambito di interventi di campagne di prevenzione collettiva autorizzati dalle regioni“.

E ora finalmente la Regione Lombardia inizia a pensare di dover vaccinare anche chi non ha i documenti e non è in possesso di una tessera sanitaria.

Il Naga, associazione milanese con alle spalle 34 anni di esperienza sanitaria, sociale e legale in servizi per i cittadini stranieri e per i diritti di tutti, interviene nel merito della proposta.

Siamo soddisfatti che finalmente, anche se con estremo ritardo, ci si sia resi conto che è necessario vaccinare anche le persone sprovviste di tessera sanitaria” dichiara la presidente Sabina Alasia.

Non sono state ancora chiaramente definite le modalità con le quali avverranno le vaccinazioni – aggiunge – ma, da quanto apprendiamo, sembra che ci sarà, ancora una volta, una delega al terzo settore, all’associazionismo“.

Da questo punto di vista siamo estremamente delusi, ma non certo stupiti. Ancora una volta – prosegue la presidente – invece di assumersi la piena responsabilità di rendere effettivo il godimento del diritto alla salute attraverso un accesso al Sistema Sanitario Nazionale, la Regione Lombardia sceglie di istituire un canale “speciale” per una determinata categoria di persone”.

Ma le cittadine e i cittadini stranieri non sono una categoria a sé, sono persone che vivono su questo territorio e che, come tutte e tutti gli altri, dovrebbero ricevere i vaccini in base ai criteri stabiliti per tutta la popolazione (età, fragilità, presenza di patologie).
Come Naga continueremo a monitorare la situazione, a fornire informazioni e a batterci affinché il diritto alla salute sia realmente universale
” conclude Alasia.
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– Per approfondire leggi l’intervista alla presidente del Naga realizzata dalla nostra redazione “Ostacoli burocratici e Piano Vaccinale. Misure per garantire un accesso equo ed universale