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Report da Cassibile (SR)

Sono trascorsi oltre 60 anni dalle lotte dei contadini siciliani che occupavano le terre dei feudi dei baroni, eppure oggi a Cassibile, in provincia di Siracusa, sembra di essere tornati indietro nel tempo.

Solo che oggi l’umanità che si è accampata in questa zona proviene da paesi lontani, hanno la pelle scura e si chiamano, Said, Abdul e vengono dal Marocco, dal Senegal e Sudan.
Vengono a Cassibile per la raccolta delle patate, si alzano alle 4 del mattino e aspettano in piazza i caporali, italiani o stranieri, che vengono da Siracusa per portarli nei campi a lavorare.
Lavorano 10- 12 ore al giorno, per 30 euro, mentre i caporali ne prendono anche 50 per ognuno di loro che portano a lavorare.
Talvolta lavorano anche 6 giorni e poi non vengono pagati.
Dopo una giornata di lavoro, che inizia prima dell’alba, c’è il problema di procurarsi l’acqua per lavarsi e la fontana più vicina dista ad 1 km.
Abbiamo visitato il campo. Lasciata la strada d’ingresso a Cassibile si gira a destra e ci si addentra nei campi.
La prima tenda che si incontra è quella di Medici Senza Frontiere che fornisce assistenza sanitaria. Il via vai è continuo. Dalla tenda di MSF, che è all’ingresso e in posizione più rialzata non si ha l’esatta percezione.
Ma cominciando a scendere addentrandoci fra gli olivi si scorgono le prime tende.
Sembra di entrare in un girone dantesco, si scende fra una umanità sofferente, fra i dannati della terra e da questa terra siciliana, dannati ad una vita di stenti e fatiche. Senza la speranza di uscire a rivedere le stelle di un futuro migliore.
Girando ti imbatti all’improvviso davanti a tende costruite di coperte, lamiere, teli di plastica, con i più fortunati che hanno anche una rete su cui appoggiare il materasso, altrimenti direttamente a terra, su materassi o stuoie.

Prima che arrivasse MSF non c’erano servizi, nè docce.
Davanti alla tenda di MSF ci sono molti immigrati che si sono fatti male lavorando e che qui vengono curati, assistiti, c’è il mediatore linguistico. Eppure contro MSF
è stata sporta una denuncia per “occupazione di suolo privato”.

Potrebbe sembrare un paradosso, ma è così.
Abbiamo anche visto alcuni di loro partire perché ormai la raccolta sta finendo e allora si spostano per andare a lavorare in Calabria, in Puglia, in Campania.
Due volte immigrati. Una “transumanza” della speranza, che si infrange contro la realtà del caporalato e dello sfruttamento.
Ma la presenza di questi immigrati viene vista con fastidio da parte di alcuni abitanti di Cassibile, che ieri hanno organizzato una manifestazione di circa 200 persone. Una manifestazione che nei manifestini che la indicevano era indicata come “pacifica”.
Una manifestazione in cui gridavano “fuori, fuori”, “vergogna, vergogna” ma anche, per fortuna da parte di pochi, frasi xenofobe al passaggio di due ragazzi africani.
Eravamo presenti pochi antirazzisti e non eravamo neanche al corrente della manifestazione.
Dolore e rabbia. Tra i manifestanti anche una candidata nella lista per Rita e un iscritto ai DS, entrambi attivi sindacalmente nella Cisl e nella Uil. Dolore, rabbia…e perplessità.
I cartelli della manifestazione recitavano: “Oggi pacifica, domani…”, “Cassibile è invivibile” etc.
Si è respirato un clima di tensione fortissima.
Il corteo è terminato davanti alla Chiesa, presso la Piazza da cui era partito, cosa che riteniamo possa non essere proprio in linea con il senso di solidarietà e fratellanza che il Parroco della Chiesa avrebbe il dovere di trasmettere ai suoi fedeli. Dolore, rabbia, perplessità e… stupore.

Una tensione palpabile, alimentata da giorni purtroppo da giornalisti poco responsabili, che non hanno alcuna idea di cosa possa significare passare un tale tipo d’informazione, e quali danni non ipotizzabili potrebbero venirsi a verificare, quali gli articoli pubblicati su “La Sicilia” nella cronaca di Siracusa che potrebbero anche suonare come appelli a farsi giustizia da soli davanti all’inoperosità delle Autorità.

Articoli violenti, che hanno l’unico scopo di creare un clima di tensione che sfoci in una caccia all’immigrato. Speriamo che ciò non avvenga.
Dopo le denuncie all’opinione pubblica della situazione di Cassibile fatta da MSF con il video che hanno presentato a Roma, è sceso in campo anche il movimento antirazzista siciliano: la Rete Antirazzista Siciliana, Padre Carlo D’Antoni, il Collettivo Migranti di Catania e Ragusa ed i laici Comboniani di Ragusa.

E’ in programma di organizzare nei prossimi giorni una staffetta dormendo nel campo con gli immigrati per prevenire aggressioni, che ieri, durante la manifestazione e anche dopo nelle chiacchiere ai bar si potevano cogliere chiaramente come possibili.
Padre Alex Zanotelli, informato della situazione, ieri si è messo in contatto con Padre Carlo, ed ha confermato la sua presenza a Cassibile a fianco dei migranti e di MSF lunedì 5 giugno alle 17,00.

Il Collettivo Migranti di Catania e Ragusa
I laici Comboniani di Ragusa

Ragusa 1 giugno 2006