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Report da Lampedusa del 5 agosto 2005

Stamani alle ore 8.30 telefono al parroco di Linosa, padre Giovanni Fregapane. Ieri sera non ero riuscito a contattarlo. Domando delle condizioni di salute dei migranti e soprattutto se si è riuscito a chiedere a quest’ultimi dell’altro barcone disperso. Padre Giovanni dopo avermi tranquillizzato sulle loro condizioni riferisce che i migranti affermebbero che l’ altro barcone, quando il mare si è fatto grosso, ha virato verso la Libia, luogo di partenza, e che ciò che hanno visto buttare in mare da lontano potevano ben essere degli oggetti che appesantivano l’imbarcazione.
Stando a questa notizia, dunque, sembrerebbe scongiurata l’ ipotesi di un tragico naufragio.
Si consideri che un’altra ipotesi che si avanza è che in realtà il barcone disperso non esisterebbe neanche: il barcone da cui è stato lanciato l’sos sarebbe quello che è poi giunto a Linosa.
E’ già accaduto, in passato, che i migranti, per paura, neghino al loro sbarco di aver chiamato aiuto e chi ha in mano il telefono satellitare se ne disfi per non essere identificato quale scafista.
La storia dell’altro barcone potrebbe essere stata inventata o, comunque, essere frutto di incomprensioni di linguaggio.
Il trasferimento dei 169 migranti al CPT di Lampedusa dovrebbe avvenire in giornata o per mezzo delle motovedette della Guardia Costiera o a mezzo degli elicotteri militari. Mare e vento permettendo.
L’alternativa è attendere fino a domani quando dovrebbero essere ripristinati i collegamenti marittimi.
Alle 11.25 contatto il Centro operativo delle Capitanerie di Porto di Palermo. Un ufficiale smentisce che le ricerche siano state sospese: le ricerche del barcone continuano con altre modalità e con un numero minore di mezzi.
Su mia sollecitazione ribadisce che in mare nulla è stato rinvenuto che faccia pensare ad un naufragio. Nessuna ipotesi si sente di avallare sul perché le ricerche fino a questo momento abbiano dato esito negativo.
A questo punto le ipotesi sono tre: 1) il barcone esisteva e ha fatto naufragio; 2) il barcone esisteva ed è tornato indietro; 3) il barcone non è mai esistito.
Se fosse fondata una delle ultime due ipotesi non sarebbe male.
Oggi non è stato effettuato alcun trasferimento di migranti detenuti al CPT.
Tutte energie delle forze dell’ordine si sono concentrate sul trasferimento dei migranti sbarcati a Linosa.
Viene appositamente fatta convergere su Linosa una nave della Marina Militare.
Alle 16.00 si diffonde la notizia che un nuovo barcone di migranti sarebbe sbarcato a Linosa. Secondo certe versioni sarebbe stata l’ansa a battere questa notizia. La notizia si sgonfia dopo alcun i minuti: giusto il tempo di sondare le fonti presenti sull’isola.
Invero nelle stesse ore a Linosa si sta procedendo ad imbarcare i 169 migranti. La nostra fonte ci comunica che alle 17.30 la nave militare è salpata alla volta di Lampedusa.
Le operazioni di trasferimento dei 169 migranti da Linosa a Lampedusa. Le operazioni sono state molto difficili e complesse. Soprattutto nelle fasi finali.
Dapprima i migranti sono stati imbarcati a Linosa su una nave della Marina Militare. Questa è giunta poco fuori il porto di Lampedusa alle 20.00 circa. Stante l’impossibilità di attraccare al porto, i migranti li si è trasbordati a gruppi di 30 circa sulle motovedette della Guardia Costiera che per sei volte hanno fatto la spola tra il molo militare e la nave della Marina Militare.
Il tutto si è protratto per oltre tre ore. A causa del mare ancora mosso e del forte vento, il trasbordo è stato tutt’altro che agevole. A tutti i migranti è stato fatto indossare il giubbotto di salvataggio. Alcuni sono arrivati con i pantaloni bagnati. Altri intirizziti dal freddo.
Tutti i migranti apparivano provati e sofferenti. Le condizioni di salute non si sono rivelate così buone come si era annunciato da Linosa. Tre recavano il braccio fasciato.
Uno presentava una medicazione all’ altezza dell’osso parietale del viso. Ad uno è stata riscontrata un’enfisema sottocutaneo all’ altezza della clavicola con ipovalidità del braccio sinistro e dolore alle costole. Molti claudicavano.
In particolare uno riusciva a stento ad articolare il ginocchio. Due sono malati di diabete. Da domani cercheremo di verificare se e come la loro salute verrà tutelata.

I migranti sono ancora con gli stessi abiti che portavano al momento dello sbarco a Linosa. Tre sono giunti privi di scarpe. Scalzi.
Contrariamente a quanto si sapeva i migranti provenienti dalla regione subsahariana (Togo, Sudan, Eritrea) non sono più di trentacinque. Parecchi sono gli irakeni e i palestinesi. Aspiranti ideali a richiedere il riconoscimento dello status di rifugiato. Qualcuno si dice Egiziano. Molti i tunisini e i marocchini.
Alcuni sembrano minorenni. Le uniche tre donne eritree sbarcate sono sposate. Una di loro ha dichiarato di avere 17 anni.
Ad ogni arrivo i migranti sono stati prima spogliati del giubbotto salvagente, poi disposti per terra. Dopo un rapida e sommaria visita della dottoressa di Msf sono stati caricati sui pulmini della Guardia Costiera e della Misericordia e condotti al CPT. Non avevano minimamente cognizione che questo sarebbe stata la loro sorte. Alcuni hanno domandato se fossimo in Sicilia.

Presidio Democratico Arci
Lampedusa