Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da "il Corriere del veneto" del 11 dicembre 2007

Ricorso dei giuristi contro la delibera

L'Asgi boccia anche il provvedimento a Caravaggio

di Gloria Bertasi

“Le ordinanaze di Cittadella e Caravaggio sono illegali”.
Lorenzo Trucco, presidente dell’ “Associazione studenti giuridici sull’immigrazione” (Asgi), annuncia il ricorso legale contro le delibere anti-sbandati di matrice leghista.
Ieri al convegno veneziano “Quali tutele e quali diritti per i nuovi cittadini comunitari?”, l’associazione nazionale di avvocati, giuristi e docenti universitari ha condannato la decisione del sindaco di Cittadella, Massimo Bitonci, di concedere la residenza in città solo a stranieri con casa e lavoro e di avocarsi il diritto di controllare la fedina penale dei richiedenti.
Asgi non dà giudizi etici, bensì affronta la vicenda dal punto di vista giuridico.
“Residenza e matrimoni (a Caravaggio, nel Bergamasco vietate le unioni ai clandestini) dipendono da leggi nazionali e da principi generali – prosegue Trucco – che vanno oltre i poteri locali. Non può essere che porzioni di territorio italiano abbiano regole differenti”.
Il problema della discrezionalità nell’applicazione delle leggi lungo lo Stivale è stato tema ricorrente ieri al Centro Don Orione Artigianelli alle Zattere. Comune, Anci (associazione nazionale dei comuni) e Progetto Melting Pot Europa hanno affrontato il nodo dell’allargamento dell’Unione Europea.
“Il decreto legge 181 sulla sicurezza in discussione in Senato – esemplifica Trucco – parla di motivi imperativi per le espulsioni, ma l’enunciazione è vaga”. Un simile problema emerge quando i Comuni devono iscrivere i neocomunitari all’anagrafe. “Cosa significa la dicitura reddito sufficiente?” si interrogano l’assessore comunale veneziano Delia Murer e il vicepresidente nazionale dell’Anci, Fabio Sturani con delega all’immigrazione.
A Venezia l’Ufficio anagrafe verifica la presenza di un contratto di lavoro o quanto meno che i richiedenti guadagningo il minimo vitale pari a 5,600 euro annui. Ma non è detto che altrove siano in vigore gli stessi criteri.
Altro nodo è l’assistenza sanitaria, i neocomunitari sono obbligati a avere un’assicurazione. “Gli extracomunitari regolari hanno diritto al servizio sanitario – precisa Murer – non è una discriminazione?”.
Anche la delega dei Comuni della partita – neocominitari è stata attacata poiché gli enti localo non hanno ricevuto fondi o personale.
In laguna si cerca di risolvere la questione con l’apertura di due sportelli anagrafe dedicati ai nuovi residenti dell’Unione. “Pur non essendoci stata un’invasione di romeni e bulgari – conclude Murer – il servizio è necessario”.
In dieci mesi a Venezia sono arrivati 1,114 nuovi comunitari. Ben 950 i romeni che, ora in città, sono 2,900 su 12 mila stranieri.