Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Rimini – Abbattere i confini, case per tutti, razzismo per nessuno!

Un centinaio e più di persone hanno partecipato al presidio che si è tenuto questa mattina sotto i portici del Comune di Rimini. Un presidio che ha rappresentato un fatto nuovo e straordinario per la città di Rimini, dal momento che per la prima volta una comunità di immigrati, quella senegalese, si è auto organizzata per indire insieme al Laboratorio Paz di Rimini, un’ iniziativa di rivendicazione dei diritti e per l’abbattimento di tutti quei confini simbolici di ghettizazione e di apartheid, legati alle politiche “proibizioniste” e di controllo che animano le leggi sull’immigrazione e sulle politiche del lavoro in Italia.

La ragione del presidio di oggi era legata ad una particolare emergenza abitativa legata allo sgombero di un ex pensione in via dati, dove abitano un settantina di senegalesi. Lo sgombero li lascerebbe senza dimora e con loro anche tutte le soggettività coinvolte nel loro percorso migratorio. Oltre che comportare un serio problema per i rinnovi dei pds, già difficili e burocraticamente “etnicizzati“.

Dal presidio, gli attivisti del PAZ hanno denunciato inoltre quei «fenomeni di microfascismo» che si infiltrano fin dentro le istituzioni ma anche evidenziato dall’altra parte la chance, fragile e tuttavia data, di una modificazione della stesso spazio pubblico, di un approfondimento e di una radicalizzazione della “democrazia“, con l’articolazione di percorsi reali di lotta da-per-con i cittadini migranti come quello di oggi, «proprio nel momento in cui è forse necessario ricordare che la costruzione di una vera democrazia im-potente non può essere angelica».

Il presidio si è concluso lanciando come prossimo appuntamento l’assemblea del 2 gennaio, presso l’ex pensione Aurum in via dati e con un risultato quello dell’apertura di un tavolo di trattativa con l’amministrazione comunale.