Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da la Repubblica del 21 agosto 2006

Rimini – Bagnanti picchiano i vigili per difendere gli ambulanti in spiaggia

RIMINI — A sputare addosso ai vigili è stata una signora bionda in bikini di una cinquantina d’anni. Ma c’erano padri di famiglia, professionisti, ragazzi, gente qualunque. Un uomo col piccolo figlio sulle spalle ha gridato: «Andate a cercare i ladri. Ve la prendete coi poveretti, siete dei fascisti. Dovreste finire come a piazzale Loreto».

Frasi «violente, alcune irripetibili», racconta l’assessore diessino alla Polizia municipale del Comune di Rimini Roberto Biagini. «Certi turisti non ci servono, non li vogliamo. Questa città non ne ha bisogno, che se ne stiano a casa loro. Mi piacerebbe vederli fare le stesse cose dalle loro parti. I nostri clienti storici sono altri». Ecco, sulla sabbia bianca dell’icona del divertimento estivo della riviera romagnola sabato mattina a mezzogiorno è scoppiata la più bizzarra delle rivolte: bagnanti contro vigili urbani. In difesa dei vu’ cumprà. Al Bagno 108 di Rivazzurra alcune centinaia di turisti si sono trasformati in pochi minuti in una folla di rissosi avvocati d’ufficio dei diritti di un pugno di venditori abusivi (specialmente senegalesi, cinesi e cingalesi) che affollano l’arenile, offrendo le loro griffes contraffatte una pattuglia di 12 agenti assediati (nove giacchette bianche, e 3 guardacoste) che devono lasciare sulla spiaggia le false borsette di Vuitton e le cinture di Prada già quasi sequestrate, e poi chiedere rinforzi alla Questura ritirandosi come un esercito in rotta fino alla strada, viale Regina Margherita, tenendo la posizione per un paio d’ore, con le unghie e con i denti, in attesa dell’ora di pranzo quando la spiaggia si svuota, ma sempre col rischio di finire nel trita¬carne di una rissa.

«Gli ho imposto di restare lì — dice Biagini — e di identificare i più facinorosi, che poi sono stati denunciati». Sono un livornese di 27 anni e un napoletano di 29, già iscritti nel registro degli indagati per minacce, ingiurie e resistenza. E gli stranieri? «Loro sono scappati». Ma la difesa a oltranza dei vù cumprà da parte di centinaia di turisti non deve co¬munque far riflettere? «Guardi che i violenti veri erano soltanto una trentina», risponde l’assessore. Come soltanto? «Sì. Tutti gli altri sono arrivati soprattutto per vedere cosa stesse succedendo. Poi qualcuno si è unito alla protesta ma per un fatto emulativo. Succede anche allo stadio quando un tifoso fischia contro l’arbitro».

Come mai i turisti si sono schierati dalla parte degli abusivi, non è un po’ strano? «Ma c’erano anche i bagnanti locali che invece hanno preso le difese dei nostri vigili. Lo sanno che la loro attività è principalmente quella di farsi vedere. Nessuna provocazione. Spesso basta la presenza degli agenti per creare un deterrente che serve a contrastare l’attività illecita che sta dietro la contraffazione dei grandi marchi. Vero è che c’è anche tanta gente che non rinuncia ai propri affarucci. Mi voglio vestire con la firma famosa spendendo pochi euro». Da qui la simpatia per i vù cumprà?

«Certamente. Spesso è un fatto strumentale. Eppure c’è un problema di coscienza civile e di rispetto delle regole. Rimini fa una politica che favorisce l’integrazione degli stranieri. Ma non può passare il messaggio che qua tutto è lecito. E su questa linea abbiamo ricevuto solidarietà da tanti cittadini e dalle associazioni dei commercianti e degli albergatori».