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Rimini – Chi accompagna i cittadini migranti espulsi?!

Intervista ad Irene del L.O. P.A.Z. di Rimini

Come progetto Melting Pot è da diverso tempo che ci occupiamo di monitorare o quantomeno evidenziare l’apparato repressivo messo in atto nei confronti dei venditori ambulanti immigrati nella riviera romagnola.
Collegato un pò a questa tematica abbiamo appreso che la Polizia Municipale di Rimini impiega, personale proprio, per l’accompagnamento alla frontiera dei cittadini stranieri espulsi dal territorio nazionale. Pare che questa particolare mansione sia scaturita in base ad accordi stipulati tra Sindaco di Rimini, Prefetto e Questore a partire dal lontano febbraio del 2002. Ne abbiamo parlato con il Laboratorio occupato P.A.Z. di Rimini, che ha seguito alcune vicende locali legate a espulsioni di massa e a vere e proprie retate nel cuore della notte.

Domanda: Abbiamo appreso da più parti che la Polizia Municipale di Rimini è impegnata nell’accompagnamento forzato alla frontiera degli immigrati espulsi dal territorio nazionale… Cosa ne pensate?

Risposta: Questa notizia – che è filtrata dagli ambienti “ufficiali” nelle ultime settimane – non ci ha stupito più di tanto perché l’Amministrazione Comunale di Rimini è, in un certo senso, responsabile del clima repressivo che si crea – durante la stagione balneare – nei confronti dei venditori ambulanti. Ma la cosiddetta “caccia all’abusivo”, è ormai un epifenomeno che caratterizza non solo i caldi estivi ma anche l’inverno più freddo. Possiamo affermarlo perché purtroppo abbiamo assistito ad alcuni pesanti fermi ed arresti.

D: Quali iniziative o attività avete fatto o farete dopo questo ultimo episodio?

R: Per quanto riguarda le iniziative, al momento, ci stiamo muovendo su due livelli, il primo senz’altro e quello di ottenere la maggiore documentazione possibile (quindi leggi, ordinamenti, regolamenti, protocolli), per poter fare una denuncia più forte alle Autorità competenti (Giunta comunale, Comando dei Vigilli urbani ecc…), nonché per permetterci di realizzare un piccolo manualetto di autodifesa – per il cittadino migrante – con alcune informazioni utili.
Il secondo livello è quello che noi cerchiamo di praticare quotidianamente e cioè costruire partecipazione e coscienza attiva nei singoli cittadini, una sorta di resistenza e opposizione – che parta dai singoli – nel momento in cui avvengono queste retate o controlli, che non possono di certo lasciare indifferenti chi assiste.

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