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Rimini – Dall’altra parte della vita

Comunicato Lab. Sociale Occupato P.A.Z

DALL’ALTRA PARTE DELLA VITA…

Dalla fine degli anni ’80 nelle nostre spiagge si consuma quotidianamente uno spettacolo agghiacciante quello delle retate e dei controlli condotte da forze di polizia municipali e statale, a carico di quei soggetti che comunemente vengono definiti abusivi, poiché aditi alla vendita di prodotti siano essi contraffati o meno, senza “REGOLARE” licenza. Un tempo erano cittadini provenienti perlopiù dal sud d’Italia, oggi sono i migranti, segno di come la condizione di precarietà e sfruttamento abbia trasformato anche questa particolare categoria.

Come sovente accade, nella pratica del controllo e della creazione massificante delle informazioni, il termine abusivo, dall’inizio del turismo di massa, ha identificato non tanto un attività commerciale impropria, quanto la creazione di un immaginario negativo, al quale, soggiace l’idea che l’abusivo è prima di tutto un criminale, un delinquente, un potenziale aggressore, insomma, un nemico. Nel corso degli anni questo immaginario si è arricchito poiché gli “abusivi” oggi sono anche migranti, pertanto diversi già in partenza.

Da diversi anni ci occupiamo di quanto avviene ogni estate sulle spiagge, cercando di ricollegare l’attività dei venditori ambulanti ad un quadro più generale, quello dei nuovi servaggi prodotti dal neoliberismo, quello della manodopera migrante, mera forza lavoro, sfruttata e repressa, grazie a dispositivi di legge nazionali ed internazionali che anziché favorire la libera circolazione delle persone in nome dell’umanità, generano i viaggi della morte, come accaduto in questi giorni, trasformando i nostri mari in cimiteri. Forse non ci si rende pienamente conto del dramma che si consuma dietro ogni cittadino migrante, nei sogni e nei solchi del viso di chi fugge da chissà quali barbarie, nei sogni e nei solchi del viso di chi spera ancora in una vita migliore.

Ed ora, ora che anche i turisti esasperati dallo scorribanda dei vigili sull’arenile, si ribellano e disobbediscono, le voci democratiche di chi controlla questi territori POSSONO solo dire “questi turisti non li vogliamo”. Forse i nostri amministratori vogliono mettere dei check point all’ingresso dell’autostrada e concedere dei patentini ai turisti solo se confermano di essere dei razzisti, quelli differenzialisti, che condannano una CONDIZIONE DI VITA come quella dei venditori ambulanti e nascondono l’illegalità più grande, quella della guerra che si consuma quotidianamente nella vita di ciascuno di noi e che si chiama PRECARIETA’.

A chi parla di gesti violenti e parole improprie noi diciamo che la vera violenza è quella agita dal Potere, da chi dispone di forze di polizia municipale armate come plotoni militari e chiude poi gli occhi da decenni sul vero laboratorio dell’illegalità quello del lavoro stagionale. La vostra è una democrazia reale ovvero dominio a mezzo di guerra. Parlate di pace praticate la guerra ovunque in questa città. Ma se la democrazia reale è «imbrigliamento», quando non stigmatizzazione e repressione, l’altra democrazia è rottura dei confini, siano essi di natura simbolica o materiale.

Grazie a quei turisti che hanno rotto quei confini, che hanno aperto quei varchi, attimi in cui per un momento siamo stati tutti uguali.


Lab. Sociale Occupato PAz