Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Rimini/Europa: benvenuti a Schengenland!

Comunicato Lab. Occ. P.A.z

Rimaniamo stupiti, ma nei fatti è già dato ed esplicitato, che dal 6 al 9 maggio nella nostra città – capitale turistica del lavoro nero e precario – si festeggerà l’Europa, o meglio i giovani d’Europa – composti da varie delegazioni di studenti superiori – si incontreranno a Rimini. Il tutto avviene come sempre con il patrocinio, l’egida del nostro “amato” Comune, della Provincia, della Regione E.R, e con la collaborazione del Meeting di Comunione Liberazione.

Le giornate saranno articolate attraverso incontri tematici che vanno dalla Costituzione europea alla cittadinanza, dall’Allargamento alla Politica estera. Noi rispetto a questi temi abbiamo già espresso quello che è il nostro pensiero esodante, pensiero altro e lo abbiamo condiviso – in occasione del partecipato corteo del 12 marzo contro l’arrivo dei marines all’aeroporto – con i nostri compagni e le nostre compagne, chiudendo lo stesso corteo con la ricostruzione di una frontiera sulle cui pareti erano scritte parole chiare e – per i più – “eretiche”: “Non esistono esseri umani illegali”.

Non è inoltre un caso se questa “frontiera metaforica” è stata ricostruita davanti all’ingresso del “nostro” Municipio, perché da tre anni a questa parte – con il silenzio/assenzo della maggioranza di centro sx – i vigili urbani accompagnano i cittadini migranti espulsi alla frontiera (che sia un aeroporto o un Cpt poco importa), applicando di fatto quello che è l’aspetto più disumano e xenofobo della Bossi/Fini, pertanto l’esclusione, il rigetto di un esseri umani la cui unica colpa è quella di essere “stranieri” non euro/americani.
Sostanzialmente si legittima, attraverso la politica dell’amministrazione riminese, l’idea che lo status di migrante è pari ad un “reato latente, camuffato” e questo pregiudizio è sostenuto dal pensiero di chi governa la città, “pensiero che a sua volta è la base socio/antropologica” su cui si poggiano e si costruiscono i giudizi dell’intera comunità cittadina, da esso influenzata.

Per noi, i giovani d’Europa non hanno nulla da festeggiare, e per questo soggettivizzeremo queste giornate riempiendole attraverso i nostri contenuti e le esperienze che passando dal 2 aprile [giornata europea di lotta per/con i migranti] fino al 1 maggio 2005 abbiamo costruito ed articolato in rete con i fratelli e le sorelle della rete in movimento. Metteremo a frutto i nostri saperi svelando come, attraverso la Carta Costituzionale Europea, si stia costruendo una dittatura economica, perché essa è la prima costituzione occidentale che oltre ad incorporare e sancire i principi generali a base della futura Unione Europea, definisce anche quelle che sono le linee essenziali e fondanti della futura politica economica.

Una tattica – questa – portatrice, annunciatrice di ineguaglianze e discriminazioni, che dobbiamo assolutamente contrastare, una tattica che è subordinata alle lobby economiche europee/imprenditoriali, così come il dispositivo delle guerre preventive e globali è succube delle aristocrazie imperiali, .
Nel cuore di tenebra dell’Europa di Schengen si ripete il meccanismo intrinseco al dominio coloniale, inferiorizzare uomini e donne ritenuti “diversi” da noi, sfruttarli, rinchiuderli, lasciarli/farli morire nel Mare nostrum.

Nel cuore di tenebra dell’Europa di Schengen si sta progressivamente costruendo un processo di schiavizzazione verso esseri umani, “braccia e menti” che devono adattarsi al sistema della produzione flessibile, dove i diritti, “se vengono concessi”, saranno resi solo in caso di ubbidienza subalterna. Attraverso il neoservile contratto di soggiorno milioni di persone vengono ricattate e sfruttate, mentre per mezzo dei “permeabili” confini armati della “Fortezza Europa” o, come qualcuno ha definito, le maglie variabili del setaccio neoliberista, è in atto uno smisurato processo di clandestinizzazione, voluto dagli stessi impianti/dispositivi giuridici dell’Unione Europea e dei suoi “Stati”, con l’unico obbiettivo di schiavizzare milioni di esseri umani, che come merci saranno messi a disposizione della produzione e dell’economia neoliberista.

I processi di precarizzazione oggi in atto in tutta Europa, sia sui cosiddetti non nazionali, sia sui cosiddetti nazionali (in Italia attualmente i contratti di lavoro atipico interessano il 50% circa dei lavoratori/lavoratrici al di sotto dei 40 anni), sono stati attuati proprio attraverso le pratiche compiute nel “laboratorio della clandestinità”, all’interno di quei confini, di quei margini dove sono “ingabbiati” i migranti.

Ma è proprio all’interno di quei confini – che limitano e imbrigliano – che è necessario costruire e sviluppare forme di resistenza ed esercizio del comune ma anche conflittualità espressa, agita, soggettivizzata, in grado di abbattere lo status penoso di inferiorizzazione e di precarizzazione. In altre parole è di questi margini, di questi confini che noi precari/e e migranti ci dobbiamo “nutrire” per costruire resistenza comune.

Che San Precario interceda per noi!