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da Il Corriere Romagna del 20 giugno 2004

Rimini – I vu’ cumprà si ribellano di Andrea Oliva

Riccione – Cambia il vento sulla battigia e capita che non siano più i vigili ad andare a caccia di venditori abusivi, ma al contrario i vu’ cumprà cerchino gli agenti per mettere le cose in chiaro. Quali siano le cose da mettere in chiaro è facile immaginarlo: i vigili quest’anno sono impegnati sulla battigia mattina e pomeriggio, e il risultato del lavoro svolto dai due pattuglioni anti – abusivismo è una spiaggia dove è sempre più difficile trovare un abusivo. Che siano senegalesi, marocchini, cingalesi o cinesi, se vendono senza permesso ecco piombare subito gli agenti. La cosa sta innervosendo sempre più gli abusivi che si sono stancati di non fare affari.

Nei giorni scorsi al porto alcuni vigili, tra i quali il comandante Emiliano Righetti, sono stati raggiunti e bloccati da un gruppetto di abusivi. Calma e sangue freddo per i vigili, mentre per i vu’ cumprà tanta voglia di tentare con toni accesi una mediazione per trovare un luogo dove potere vendere la propria merce. L’incontro non ha dato alcun esito, così il nervosismo degli abusivi non ha fatto che crescere. Giovedì mattina ci hanno riprovato. Una delegazione di una decina di venditori tra senegalesi, marocchini e persino cinesi è andata nella tana del leone, la postazione fissa tra le zone 121 e 122 utilizzata dalle forze dell’ordine per le incursioni sull’arenile. Davanti allo sguardo sbigottito di turisti e bagnini le parti si sono confrontate per un’oretta.

I venditori hanno persino chiesto un incontro ufficiale con il sindaco perché “abbiamo famiglia e dobbiamo sfamarla, da qualche parte dobbiamo pur vendere” hanno detto agli agenti, i quali hanno piuttosto mantenuto un gran fair play cercando di evitare l’ennesimo eccesso di nervosismo. Sotto l’ombrellone intanto si divideva il partito di chi non gradisce l’arrivo in massa delle divise per la caccia all’abusivo e chi invece apprezza la tranquillità di stare sulla sdraio senza essere scomodato più volte da richieste di massaggi, collanine o teli. Tra i bagnini c’era invece chi si diceva soddisfatto della mancanza di abusivi e si lasciava scappare una proposta: “Perché non dar loro uno spazio dove possono vendere la loro merce, come capita in altre città?”.