Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Rimini – Il nostro 3 ottobre: Rap against Fortress Europe

Una giornata di lotta contro i confini e la guerra in atto contro i poveri

Comunicato
Il 3 ottobre 2013 è avvenuto uno dei più grandi naufragi/stragi nelle acque del cimitero-Mediterraneo: 368 esseri umani, tra cui donne, uomini e bambini sono morti al largo dell’isola di Lampedusa, annegati a causa delle leggi e dei regolamenti della Fortezza Europa, la stessa che oggi, ad un anno di distanza, mentre la tragedia di chi muore cercando di costruirsi un futuro lontano da razzi e bombe è tutt’altro che terminata, versa inutili lacrime di coccodrillo.

Sempre nel 2013, qualche mese più tardi dalla strage più grande, dall’autorecupero e dalla liberazione di uno dei tanti spazi cittadini abbandonati, è nata l’esperienza di Casa Madiba, esempio di pratica diretta del diritto all’abitare (diritto alla vita) agito da chi ha provato sulla propria pelle l’accoglienza farsa all’italiana e – nella stessa misura – espressione testarda e determinata della volontà di chi non si vuole arrendere ai confini e alle gabbie, fisici ed immateriali, in cui ci vorrebbero rinchiusi, impauriti, proni.

Ad un anno di distanza i sentimenti che battono dentro i nostri cuori sono un qualcosa di più lontano e diverso possibile dalla commemorazione fine a se stessa e dalla cerimonia rituale.
Sono invece intrisi di coraggio, di rabbia degna, di fermezza, nel richiedere oggi più che mai con questi “venti di guerra” alle porte dell’Europa, l’apertura di percorsi di arrivo garantiti, la libertà di circolazione, di movimento e di scelta e una reale accoglienza degna e dignitosa fuori da logiche emergenziali e di puro business. Come recita in maniera chiara la Carta di Lampedusa che abbiamo contribuito a scrivere. Solo in questo modo è possibile fermare la strage di donne, uomini e minori in viaggio verso l’Europa che continua ogni giorno e costruire prospettive di vita degne per tutti e tutte.

Per questo, il 3 ottobre, andremo all’Ufficio Anagrafe per depositare la domanda di residenza dei ragazzi che abitano Casa Madiba.
Perché, a distanza di un anno. questa data è per noi motivo di guardare in avanti per rivendicare con più forza nuovi diritti per tutti e tutte.
Perché commemorare e ricordare tutte le vittime della Fortezza Europa possa produrre un nuovo immaginario e movimenti antirazzisti ed anticapitalisti in grado di impattare con l’impianto normativo che – dettato dalla BCE e dagli squali della finanza – è una vera e propria dichiarazione di guerra ai poveri: dalla Bossi/Fini e accessori vari al nuovo Piano Casa passando per il JobAct ci stanno consegnando un futuro di macerie e barbarie.

Continua in questo modo anche la nostra campagna cittadina contro l’infamia dell’art.5 – contenuto nel Piano Casa – che nega – in forma retroattiva – la residenza e l’allaccio alle utenze a chi vive in case occupate, la cui gravità e il cui carattere anticostituzionale è stato denunciato con fermezza anche dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e in parte anche dall’ANCI che in una lettera del luglio scorso, indirizzata ai Ministri Lupi e Alfano, ha esternato forte preoccupazione e richiesto un ammorbidimento dei passaggi legislativi relativi alla revoca della residenza per chi vive in case occupate.

Quando i poteri che giocano ad ipotecare il futuro di tutte e tutti noi invocano la memoria (impossessandosi delle nostre coscienze) rispondiamo prendendo in mano il nostro futuro! Costruiamo meccanismi di cooperazione e solidarietà, organizziamoci per attraversare in forma moltitudinaria e determinata le giornate di mobilitazione delle prossime settimane, dallo sciopero studentesco del 10 Ottobre, allo Sciopero Nazionale dei lavoratori della logistica del 16 ottobre, al grande sciopero sociale del 14 novembre.

Contro l’Europa dei confini e dell’austerità, diritti, reddito e dignità per tutte e tutti!
#Bastastragi #LiberiTutti #Noborders #Fuckausterity