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da Newsrimini.it del 26 ottobre 2010

Rimini – Osservatorio Caritas/Migrantes. Crescono gli stranieri residenti

REGIONE | 26 ottobre 2010
Al primo gennaio 2010 sono 30.549 gli stranieri residenti in provincia, pari al 9,4% della popolazione. Una percentuale che pone Rimini tra i fanalini di coda in regione dove gli stranieri sono invece ben 462.840, con un’incidenza media del 10,5% (prima in Italia). Quasi la metà dei migranti riminesi risiedono nel comune capoluogo (14.317, oltre 1.400 in più in un anno), settima città in Emilia Romagna. Riccione è 20esima con 3.207, Bellaria 26esima con 2.449 e Cattolica 50esima con 1.473. Si conferma comunque in crescita il flusso migratorio che acquisisce anche aspetti di stabilità: nel 2009 in Emilia-Romagna 7200 stranieri hanno ottenuto la cittadinanza italiana. I paesi di provenienza più diffusi sono Marocco, Romania e Albania.

La regione è prima in Italia anche per incidenza di alunni stranieri, 578mila (il 13,5%, a fronte di una media nazionale del 7,5). I bimbi nei nidi con cittadinanza non italiana sono invece 2.739, l’8,2% del totale.

Capitolo lavoro. La provincia di Rimini con 28.888 lavoratori dipendenti stranieri è quinta in regione per incidenza (9,4%), mentre è quarta alla voce imprese individuali. Delle 33.658 attive, ben 2.630 hanno per titolare un cittadino straniero. Oltre all’importanza produttiva, l’apporto dei lavoratori migranti ne ha anche da punto di vista fiscale, contributivo e dei consumi. In regione dall’occupazione straniera sono arrivati 733 milioni di contributi previdenziali e 358 di gettito fiscale (tra Irpef, Iva, imposte sui fabbricati), per un totale di oltre 1 miliardo. Di questi però solo 59milioni da Rimini, penultima. Ad incidere il fatto che il livello dei redditi dei lavoratori stranieri è mediamente più basso e si traduce così in un minor gettito nonostante i loro contributi rappresentino un vantaggio per l’Inps.

Dato che la struttura del welfare italiano è orientata prevalentemente verso le prestazioni per gli anziani, gli stranieri ne vengono beneficiati solo in parte molto ridotta.