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da Il Corriere Romagna del 28 agosto 2003

Rimini – Sono “Cose di questo mondo”

Rimini – E’ morto asfissiato a sedici anni nel rimorchio di un camion, cullando, assieme al cocomero che gli hanno trovato ancora stretto tra le braccia, il sogno di una vita migliore.

La tragedia ricorda in modo impressionante, anche nei dettagli oltre che nel destino del co-protagonista, quella raccontata dal regista cinematografico Michael Winterbottom nel film “Cose di questo mondo”, vincitore dell’Orso d’oro all’ultimo Festival di Berlino e attualmente nelle sale italiane. E’ la storia dell’odissea di Jamal, afgano di sedici anni, e di suo cugino Enayatullah (interpretati da due attori non professionisti) alla volta dell’Occidente, del futuro, del sogno di una vita migliore.

Attraverso l’Iran via Theran, poi Instambul, fino a Trieste e l’Inghilterra. Ma proprio all’approdo in Italia, a bordo di un Tir attrezzato con una specie di “doppio fondo” adibito a rifugio di clandestini, si consuma il dramma.

I ragazzi affrontano il trasferimento sul camion, imbarcato su un ferry-boat da Istanbul con destinazione Trieste assieme a una giovane coppia di curdi e il loro figlioletto di pochi mesi. Chiusi nel vagone piombato per più di 40 ore, senza aria, luce, acqua e cibo, i cinque disperati implorano di uscire senza trovare ascolto. Quando all’arrivo a Trieste viene aperto il rimorchio, i “passeggeri” sembrano tutti morti. Invece sia il neonato sia Jamal respirano ancora e così il ragazzo può continuare la sua fuga dalla miseria. Ancora difficoltà e privazioni fino all’arrivo a Londra. Trama di un film che racconta, attraverso le immagini e la narrazione, vicende drammatiche sempre più all’ordine del giorno e della quotidianità.