Nella mattinata di ieri, venerdì 6 luglio, all’altezza dei bagnini 126-127, mentre era in corso una maxi operazione di polizia atta alla repressione in spiaggia sui venditori ambulanti migranti, si è assistito, per la prima volta, all’autorganizzazione degli stessi venditori che, anziché fuggire, hanno tentato di avviare trattative con alcuni delegati della polizia e dell’amministrazione comunale.
Un centinaio circa i venditori coinvolti in questa forma di resistenza pacifica ma determinata, animata a gran voce dalla richiesta di regolarizzazione e lavoro. Per la prima volta sono gli stessi venditori ambulanti, a differenza dell’Assessore alla Sicurezza, che continua il vortice cieco della manichea repressiva, ad associare la loro condizione “lavorativa” e di vita, alle problematiche sociali e politiche che regolano i flussi migratori.
Non è mancata la risposta politica: in particolare An, chiede un patto per la sicurezza anche a Rimini, in linea, peraltro, con le politiche sicuritarie dell’Assessore Roberto Biagini dei Ds. Si veda a tal proposito l’articolo di oggi del Resto del Carlino di Rimini.
Per approfondimenti:
– Archivio “venditori ambulanti“ – Progetto Melting Pot