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Rimini – Un quadro sulla presenza immigrata e i servizi offerti dall’amministrazione

Intervista al Dott. Vittorio Buldrini, Assessore al Lavoro del Comune di Rimini

In base ai dati che abbiamo possiamo dire che gli immigrati residenti nella nostra provincia sono circa 10.000 unità, nella maggior parte dei casi impiegati nelle varie attività del tessuto economico riminese soprattutto nell’edilizia e nel settore del turismo. Nel settore del turismo si verifica una sorta di turn-over: immigrati che vengono a Rimini per la stagione estiva che dura 5/6 mesi e che nella maggior parte dei casi si spostano successivamente in altre località, in altri comuni o province.
La nostra provincia è molto interessata dal fenomeno migratorio per la carenza di manodopera, divenuta ormai un male cronico dell’economia turistica data la presenza di lavoro nero che facilita la venuta di lavoratori migranti che, come ben sappiamo, sono i più soggetti a ricatti di questo tipo. Ci troviamo di fronte cioè ad un rifiuto da parte di lavoratori italiani non solo locali a lavorare nel settore turistico a Rimini. Partiamo dal fatto che dall’immediato dopo guerra fino agli anni ’60 vi era una formazione di lavoratori stagionali nel settore del turismo, prevalentemente riminesi o dei comuni limitrofi , poi si è passati negli anni ’70 ad una forte presenza di lavoratori del sud Italia che, dagli anni ’80, sono stati poi sostituiti da manodopera migrante che viene soprattutto da paesi extra CEE. Rispetto a questo quadro le problematiche sicuramente ci sono e riguardano in primo luogo la garanzia di diritti e tutele per questi lavoratori.

D: Proprio in questo quadro complesso che lei ci ha fornito quali sono i servizi e gli organi con cui il comune si è attrezzato per rispondere a questa situazione?

R: I servizi sono in larga parte quelli indicati dalle normative nazionali: sanità e centri di accoglienza. Tuttavia siamo fortemente carenti anche per la situazione abitativa. Il problema abitativo in una zona come questa, in cui gli affitti sono inaccessibili per un salario medio basso, rappresenta un problema molto grande.
Tra gli altri servizi del Comune, vi è uno sportello informativo dove legali e mediatori culturali affrontano le problematiche legate soprattutto al mondo del lavoro. Si tratta di uno sportello completamente gratuito attivo da sei mesi dove i legali danno consigli, forniscono interpretazioni di leggi, di normative e di tutto ciò che concerne il tema del lavoro legato alla popolazione migrante nella nostra provincia. Questo è un buon risultato. Inoltre Rimini è stato il primo comune in Italia a costituire il Consiglio degli immigrati – dove sono rappresentate le varie comunità presenti nel territorio – di volta in volta consultato, con cui si fanno proposte, progetti. La situazione è in fermento seppur con le carenze che si possono riscontrare anche in altre parti d’Italia e comunque ci stiamo muovendo nella direzione di creare delle condizioni economiche e culturali in una logica di integrazione e di accoglienza a queste fasce della cittadinanza.

D: Lei prima parlava di comunicazione e dello sportello gratuito che avete in città e dunque delle informazioni importanti che si riescono a dare ai cittadini. In questo senso c’è anche la collaborazione con questo sportello radiofonico.

R: Sicuramente vogliamo affinare i servizi legati all’informazione. La nostra adesione e collaborazione e il nostro contributo al progetto Melting Pot vanno in questa direzione. Io credo che nella zona di Rimini Melting Pot possa fungere da collante, soprattutto per recepire le esigenze o le necessità dei migranti presenti nel nostro territorio e raccoglierne i bisogni, le domande per poi trasformarle come amministrazione comunale in progetti effettivi che vadano verso la risoluzione dei bisogni. Credo nell’importanza di questo progetto per l’indicazione che esso da di procedere in una direzione diversa dalle logiche nazionali e in forte contrapposizione con quella pessima legge che è la Bossi-Fini. Progetti come questo danno elementi di controtendenza e mostrano il disaccordo della popolazione e dell’amministrazione verso l’impostazione che si vuole dare a livello nazionale delle relazioni tra italiani e migranti.
Credo che il parere negativo dato dalla giunta comunale e dalla maggioranza del consiglio comunale di Rimini alla ventilata edificazione di un centro di detenzione per migranti (CPT) a Rimini sia un segnale della volontà da parte della città di Rimini di impostare un rapporto diverso con la popolazione migrante. A tutt’oggi non è pervenuta al comune di Rimini la richiesta dal Ministero degli Interni ma siamo sicuramente contrari all’edificazione dei CPT.