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Rimini: l’ondata xenofoba porta gli sgomberi anche in città

Approfondimento e interviste

L’ondata xenofoba delle ultime settimane ha generato anche a Rimini una serie di interventi repressivi atti al cosidetto controllo dell’immigrazione clandestina, nonchè nell’eliminazione totale dei nuovi insediamenti della comunità rom nel nostro territorio.

La tempistica delle retate, l’intensità dei controlli delle forze dell’ordine e dei vigili urbani, denotano come anche a Rimini si adotti il paradigma dell’esclusione e della stigmatizzazione della figura del diverso, sia esso migrante o appartenente alla comunità rom.

La capitale Europea del turismo “mordi e fuggi“, dell’accoglienza plastificata incarna in pieno il modello Europa, in cui di unito c’è solo il mercato, un mercato fondato sulle libertà delle merci e dei capitali non sull’estensione dei diritti, delle libertà e delle garanzie.

Abbiamo raccolto il commento di Banana, cittadina rom bosniaca e di Manila attivista del Laboratorio Sociale Paz:
Banana ci descrive lo stato attuale della vita in città della comunità rom e accenna ad alcuni bisogni da loro espressi come il riconoscimento dello stato di apolidia:
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Manila descrive rapidamente i nessi fra gli interventi locali e il quadro generale repressivo e dei nuclei paurogeni che caratterizzano questa ultime settimane:
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