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Rinnovo pds – La domanda si presenta presso gli uffici postali pagando 27,50 euro

Si vuole di seguito commentare una recente novità in materia di procedure di rinnovo dei permessi di soggiorno.
Stanno circolando agenzie, comunicazioni e commenti rispetto all’introduzione dell’inoltro delle domande di rinnovo del pds presso le Poste.
Come è noto, e come pure era stato disposto recentemente in occasione del decreto flussi, si prevede che, a seguito della stipula presso l’Ufficio Territoriale del Governo (UTG) del contratto di soggiorno, la domanda formale di rilascio del permesso di soggiorno dovrà essere inoltrata a mezzo posta con allegazione della copia del contratto di soggiorno rilasciata dall’UTG.
Seguirà il rilascio del permesso di soggiorno cosiddetto elettronico, cioè di un tesserino magnetico che sostituirà il tradizionale documento cartaceo. La notizia, appunto, è che si dovranno per questo spendere 27,50 euro, oltre naturalmente alle consuete marche da bollo.

Dobbiamo però introdurre una precisazione a questo riguardo.
Tale informazione – che aveva sollevato anche commenti scandalizzati circa il grosso margine di utile che sarebbe stato assicurato alle Poste Italiane con questa cifra (viene da pensare quasi a una tassa sulla miseria di circa 30 euro solo per il rinnovo del pds) – non è in realtà una notizia precisa perchè, dal relativo decreto ministeriale del 4 aprile 2006 del Ministero dell’Economia e delle Finanze (GU n. 103 del 5.5.2006), si ricava che la somma destinata effettivamente all’Amministrazione di Poste Italiane s.p.a. per la procedura di inoltro delle domande di rinnovo è esclusivamente quella di 0,50 centesimi di euro per il bollettino postale di versamento.
In realtà i rimanenti 27 euro (IVA compresa) sono destinati direttamente all’amministrazione dello Stato per coprire – come si legge nel decreto 4 aprile 2006 – le spese presunte relative sia alla predisposizione del documento elettronico che al mantenimento delle strutture che dovranno predisporre questi documenti e gestirne archiviazione e stampa. In particolare la stampa o comunque la produzione fisica del documento elettronico è rimessa al Poligrafico dello Stato, come si trattasse di una banconota.

Naturalmente non possiamo che commentare con una certa preoccupazione l’entità di questa cifra e ciò specialmente se si considera che molti lavoratori immigrati saranno costretti, in base alla normativa vigente (T.U. sull’Immigrazione come modificato dalla legge 30 luglio 2002 n. 189), a rinnovare frequentemente il permesso di soggiorno dal momento che la sua durata è collegata a quella del contratto di lavoro. Dal punto di vista pratico, dunque, chi svolge attività di lavoro a tempo determinato o, peggio, attività di lavoro interinale, sarà sottoposto a procedure di rinnovo del permesso di soggiorno molto frequenti, anche più volte l’anno. Quindi si tratta di una spesa che non mancherà di gravare sulle già scarne economie degli interessati.

Per la verità questa norma si inquadra in un più ampio contesto.
L’introduzione di documenti elettronici è una scelta adottata a livello comunitario con l’adozione del Regolamento (CE) n. 1030/2002 del Consiglio, del 13 giugno 2002, che istituisce un modello uniforme per i permessi di soggiorno rilasciati a cittadini di paesi terzi (Gazzetta ufficiale n. L 157 del 15/06/2002 pag. 0001 – 0007).

In base a questo regolamento gli Stati membri sostituiranno i tradizionali documenti cartacei con documenti elettronici. E ciò riguarderà non solo il pds per i cittadini extracomunitari, ma anche il visto di ingresso in via generale, il passaporto e la carta di identità, anche per i cittadini italiani.
Peccato però che non si sappia ancora quali saranno i prezzi, o quanto meno i “rimborsi spese” previsti per il passaporto, così come in via generale per la carta di identità elettronica che fino adesso è stata utilizzata da alcuni comuni, solo in via sperimentale e con tariffe diversificate.
La curiosità è quella di vedere se anche ai cittadini italiani per il normale rilascio della carta di identità elettronica sarà imposta una cifra che non esitiamo a considerare esosa.
Questa sarà la nuova procedura. Se dal punto di vista normativo le cose risultano chiare, dobbiamo vedere se dal punto di vista organizzativo e pratico, le amministrazioni interessate saranno effettivamente in grado di allinearsi tempestivamente a questa procedura e, soprattutto, se questo ulteriore adempimento del rilascio di questo documento comporterà ulteriori tempi di attesa nelle procedure di rinnovo.

Ascolta il commento audio dell’avv. Paggi