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Rinnovo protezione umanitaria – Il rimpatrio determinerebbe la compromissione dei diritti fondamentali inviolabili del cittadino straniero

Tribunale Bari, ordinanza dell'1 febbraio del 2019

Il Tribunale di Bari con il provvedimento conferma il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari a un cittadino nigeriano che vive in Italia da molti anni e che a seguito della sua istanza di rinnovo presso la Questura di Taranto, gli veniva rigettata la richiesta a seguito di convocazione presso la Commissione Territoriale di Bari.
La Commissione aveva espresso parere negativo, considerando un episodio risalente all’anno 2014 in Danimarca, dove il cittadino veniva recluso 14 giorni in carcere per una vicenda di spaccio di stupefacenti, rispetto alla quale dichiarava di aver ammesso la responsabilità solo per chiudere velocemente giudizialmente la vicenda e andare via dal paese.

Il Tribunale di Bari, pone l’accento sull’elevato grado di integrazione sociale del cittadino e considera “che il ricorrente ha circa quarantatre anni ed è sradicato dal suo Paese di origine da molti anni, ossia dal 2008 e non vi ha fatto più ritorno, sicché un rimpatrio lo esporrebbe ad una situazione di sicura difficoltà nel reintegrarsi determinando un grado di vulnerabilità che impone una tutela alla stregua dei predetti obblighi costituzionali (…) Dal raffronto tra la situazione del paese d’origine del ricorrente che versa ancora in uno stato di generale compromissione dei diritti umani e la sua condizione attuale di vita in Italia, risulta un’effettiva ed incolmabile sproporzione tra le due realtà nel godimento dei diritti fondamentali che costituiscono presupposto indispensabile di una vita dignitosa (art. 2 Cost.). Non può revocarsi il dubbio che il rimpatrio, alla luce delle condizioni attuali dello straniero nel Paese ospitante, determinerebbe la compromissione dei suoi diritti fondamentali inviolabili“.

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Tribunale Bari, ordinanza dell’1 febbraio del 2019