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Ripristino delle misure di accoglienza per evidente stato di vulnerabilità

T.A.R. per il Veneto, decreto del 14 luglio 2021

Photo credit: Amnesty International

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto, nelle more del processo avente ad oggetto l’accertamento dell’illegittimità del silenzio inadempimento della Prefettura competente nel procedimento relativo al ripristino delle misure di accoglienza nei confronti di un soggetto vulnerabile, ritenuto configurabile il requisito dell’estrema gravità ed urgenza, ha accolto la richiesta di misure cautelari monocratiche, disponendo, per l’effetto, che la Prefettura medesima assicuri al ricorrente le opportune misure di assistenza.

Si ringraziano l’Associazione Perilmondo Onlus, che ha accolto il richiedente protezione internazionale, la Dott.ssa Noemi Galleani, che ha redatto un’importante relazione in merito all’accertamento della vulnerabilità, la Dott.ssa Cecilia Paolucci, che ha redatto una relazione medico-legale sulle ferite, e infine la Dott.ssa Matilde De Luca che non solo ha segnalato il caso, ma aiutato concretamente il richiedente, anche con la redazione di un’intensa relazione dalla quale emerge l’incubo del viaggio del ricorrente dalla Nigeria all’Italia nel 2015.

Questi, a seguito di un viaggio degli orrori durato, precisamente, ben 4 anni, entrava in Italia il 6 ottobre 2015, e, a seguito del cosiddetto smistamento avvenuto a Ragusa, veniva indirizzato presso una struttura di accoglienza a Crotone, per poi venire accolto presso una struttura della Lombardia, in qualità di richiedente protezione internazionale ai sensi e per gli effetti dell’art. 8 del d.lgs. n. 142/2015.
Mentre si trovava in tale centro di accoglienza, a causa dell’incomprensione degli operatori, non veniva intercettato come persona vulnerabile, ai sensi e per gli effetti dell’art. 17 del d.lgs.142/2015.
In particolare, ignorandosi l’evidente stato di vulnerabilità in cui versava, e senza essere messo a conoscenza dei propri diritti, un giorno gli veniva imposto, a suo dire, un viaggio all’aeroporto, tanto da ingenerare in lui la paura di essere rimpatriato; sicché, preso dal panico, nottetempo, si dava alla fuga. Dopo essersi ritrovato per vari anni in balia degli eventi, incontrava, il 04 marzo 2021, la Dott.ssa Matilde De Luca, che lo accoglieva presso la propria abitazione, prendendosi cura di lui e del suo traumatico vissuto.

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T.A.R. per il Veneto, decreto del 14 luglio 2021

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