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Ritardi nei rinnovi dei permessi

Una lettera inviata alla nostra redazione

Pubblichiamo di seguito una lettera inviata alla nostra redazione da una cittadina ucraina in Italia da ormai cinque anni.
La sua denuncia è una delle tante voci che in questo momento vengono dalle comunità migranti contro i tempi e le modalità messi in campo dalla nuova procedura postale.
L’iter previsto infatti, amplifica e mette a nudo tutto le problematiche connesse alla Legge Bossi Fini, non ultima l’impossibilità di raggiungere via terra il proprio paese per la pausa estiva dal lavoro.

Latina lì 29 Giugno 2007

Spett.le REDAZIONE

Oggetto: richiesta chiarimenti.

Sono una cittadina Ucraina e risiedo a Latina da quasi 5 anni.
Ho spedito in data 19/2/2007 la domanda per il rinnovo del permesso di soggiorno, come previsto dalle nuove procedure e tutt’oggi ancora non conosco quale esito abbia e soprattutto avrà la mia pratica, che si trova in fase pre-istruttoria da oltre 4 mesi, nonostante non risultino anomalie documentali, come risulta dalla visura sul portale immigrazione.

Ho contattato il numero verde del portale immigrazione, dopo aver provato per circa una settimana, e mi hanno detto che le pratiche per i soggiorni degli extracomunitari del mese di dicembre, gennaio, febbraio, sono state messe da parte, in quanto la procedura per la lavorazione è stata attivata dal mese di Marzo 2007.
Il paradosso è che le pratiche di rinnovo dei permessi di soggiorno degli extracomunitari, inviate nel mese di Marzo, Aprile, Maggio, sono state già inviate alle Questure di competenza nei rispettivi mesi e sono stati rilasciati anche i relativi permessi di soggiorno elettronici.

Io, come tanti, ho inviato il KIT tramite Patronato, come consigliato dalle maggiori fonti di informazione sindacale e pubblica per evitare errori manuali, ma nonostante il pagamento di €. 100,00 tra compilazione KIT e spese di invio, mi trovo costretta ad aspettare la convocazione della Questura, nei modi e nei tempi del tutto ancora sconosciuti.

Lavoro in Italia da 5 anni prima come badante e poi nel settore agricolo e rappresento un’Associazione culturale composta in prevalenza da cittadini ucraini.
Le confesso che mi sento molto umiliata, quando vengo trattata in questo modo, anche perché tale ritardo nella consegna del permesso, non permette a nessuno di noi di tornare a casa dalla propria famiglia con il pullman o con l’auto, transitando appunto attraverso l’Austria e l’Ungheria, ma di utilizzare solo ed esclusivamente come mezzo l’aereo, con ovviamente costi raddoppiati e svantaggi logistici.
Gentilissima redazione vi prego di denunciare questo malfunzionamento del CSA di Roma e di porre un rimedio, sia alla sottoscritta che a tutti gli altri cittadini stranieri, per una soluzione immediata del problema.

La ringrazio, anticipatamente, per la disponibilità che vorrà dimostrare anche a nome di tutta la comunità ucraina di Latina.

Distinti saluti.
In fede
F.to Lidiya Skrypkar