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da Il Piccolo di Trieste del 24 dicembre 2003

Ritornano i clandestini sui sentieri del Carso

E’ ripreso l’ingresso dei clandestini attraverso il Carso triestino. Da San Bartolomeo di Muggia al Lisert. Piccoli gruppi passano attraverso le zone boschive. E gli organizzatori sono gli eredi dell’impero di Josip Loncaric. Lo ha confermato ieri in una conferenza stampa il colonnello Marcello Ravaioli, comandante provinciale della Finanza. «Abbiamo smantellato una vasta organizzazione», ha dichiarato l’ufficiale.
L’inchiesta coordinata dal pm Federico Frezza ha coinvolto anche la polizia di frontiera. Ravaioli l’ha definita «una delle più grosse operazioni degli ultimi tempi», paragonando l’organizzazione criminale per importanza a quella analoga «che aveva a capo il boss dell’immigrazione clandestina Josip Loncaric, condannato di recente a Lubiana».

Da oltre un anno l’organizzazione operava a ridosso dei confini del Friuli Venezia Giulia. Ha fatto entrare illegalmente in Italia oltre un migliaio di clandestini. Sono oltre una settantina le persone fermate. Le ultime due a Trieste, due passeur kosovari residenti nel capoluogo giuliano che gestivano il passaggio in Italia della tratta. Si tratta di Pal Gega, 25 anni e di Berim Maliqaj, 23 anni. Per settimane gli investigatori hanno seguito le tracce dei loro cellulari.
In poco tempo sono stati intercettati oltre 250 i clandestini. I loro viaggi hanno reso all’organizzazione criminale di oltre 500 mila euro. Gran parte degli immigrati fermati sono stati interrogati con l’ausilio di interpreti. Nel bagaglio dei clandestini, ma anche nelle tasche di qualche passeur troppo sicuro di sè, sono stati trovati numeri di telefono, indirizzi, biglietti aerei e ferroviari. Precisi indizi, informazioni preziose per costruire la mappa delle organizzazione criminali che «commerciano» in uomini ma non sembrano disdegnare droga e armi. E da quei dati gli investigatori sono risaliti al vertice.
Qualche anno fa la media era di cento clandestini per notte attraverso i nostri confini. Cento uomini, donne, ragazzi, bambini, che entravano nel nostro Paese attraverso i boschi del Carso per cercare fortuna, per migliorare le proprie condizioni di vita. Poi, il flusso è calato soprattutto grazie all’attività del pool antipasseur della procura. Ma ora i numeri sono nuovamente saliti.