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dal Messaggero Veneto del 15 settembre 2007

Rivolta al Cpt di Gradisca, 13 evasi

Scontri tra forze dell’ordine e immigrati. Usati alcuni lacrimogeni. Feriti un agente e uno straniero

Allarme dei sindacati di polizia: sicurezza inadeguata. Antonaz: la struttura va chiusa

Gradisca. Tredici clandestini evasi (di nazionalità egiziana e palestinese), un poliziotto contuso (prognosi di 3 giorni) e un immigrato egiziano ricoverato all’ospedale di Gorizia con una sospetta frattura alla gamba. E’ il bilancio della nuova rivolta scoppiata attorno alle 4 del mattino di ieri nel Cpt di Gradisca d’Isonzo, dove solo due settimane fa erano stati 24 i clandestini a dileguarsi dal centro isontino. Due episodi solo in apparenza analoghi, in quanto quello avvenuto ieri evidenzia aspetti e sviluppi profondamente diversi e ben più gravi, come bilancio, rispetto a quanto accaduto lo scorso 30 agosto. Tutto, a quanto si è potuto apprendere, sarebbe cominciato verso le 4 del mattino, quando una cinquantina di clandestini ospitati nella sezione del centro rimasta adibita a Centro di permanenza temporanea ha divelto due cancellate in ferro utilizzate per separare le stanze nel reparto notte.
Una volta avuto libero accesso allo spiazzo all’aperto antistante le stanze gli immigrati, ai quali via via si sono aggiunti tutti quelli “ospitati” nel Cpt (circa 120 al momento della rivolta), hanno utilizzato i due cancelli come “arieti” per sfondare uno dei pannelli in vetro antisfondamento che, da qualche mese, hanno sostituito le vecchie inferriate in alcuni tratti della recinzione interna (separata di qualche metro, proprio dove è stato ricavato il passaggio per le “ronde” delle forze dell’ordine, da quella perimetrale dell’area). Immediato l’intervento di polizia e carabinieri (in tutto 18 gli agenti di turno) che, di fronte alla possibilità che il pannello (gravemente danneggiato) cedesse, e sotto il lancio di qualsiasi cosa capitasse tra le mani dei rivoltosi, hanno sparato alcuni lacrimogeni per sedare la rivolta.
Tentativo riuscito solo in parte visto che una trentina di immigrati sarebbero urgualmente riusciti a scavalcare la recinzione interna, venendo direttamente a contatto con le forze dell’ordine. Proprio nel corso dello scontro un poliziotto (un agente aggregato da Padova) ha rimediato una forte contusione alla schiena mentre a terra, oltre all’egiziano trasportato d’urgenza al pronto soccorso di Gorizia, è rimasto anche un nord-africano con una forte contusione al piede. Approfittando dei disordini, 13 clandestini, egiziani e palestinesi stando a quanto avevano dichiarato alle autorità nel corso degli accertamenti per l’identificazione, sono riusciti a superare anche la recinzione esterna (alta oltre 4 metri) dileguandosi nei campi.
La situazione nel Cpta di Gradisca (dove sono attualmente 220 i clandestini ospitati tra Cpt e Cpa) è tornata via via entro i livelli di guardia già nella prima mattinata, quando nel centro di via Udine si è recato per un sopralluogo anche il Questore Claudio Gatti. Nella tarda mattinata di ieri, infine, è stato intercettato in pieno centro a Gradisca uno dei 13 fuggiaschi mentre per gli altri 12, a ieri sera, non hanno dato esito i pattugliamenti sul territorio che vedono impegnati Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza.
Marco Ceci


Tommasini: «Nel Cpt più forze dell’ordine»
Il sindaco interviene dopo i disordini e l’evasione di 15 extracomunitari.
«Siamo sempre stati contrari a queste strutture e continueremo a chiederne la chiusura»

«Quanto successo ieri al Cpt, purtroppo, non mi sorprende, visto che l’episodio arriva semplicemente a confermare che le preoccupazioni che quest’amministrazione aveva espresso già un anno fa, e come noi mi sembra anche gli stessi sindacati di polizia, erano fondate». È il commento del sindaco Franco Tommasini in merito alla nuova rivolta scoppiata (intorno alle 4 del mattino di ieri) nel Cpta di via Udine, conclusasi con il ferimento di un clandestino egiziano, un poliziotto contuso e la fuga di 13 immigrati.
Un bilancio che arriva a due settimane esatte di distanza da un’altra fuga di massa (protagonisti, nell’occasione, 24 immigrati) dal centro gradiscano e, soprattutto, a ribadire come l’improvvisa entrata a pieno regime dello stesso abbia comportato radicali cambiamenti al suo interno, dove, rispetto a soli due mesi fa (quando la presenza media era attestata su circa 50 clandestini al giorno), gli immigrati “ospitati” si sono praticamente quadruplicati.
«Non credo sia corretto da parte mia giudicare nel dettaglio l’accaduto – ha proseguito il sindaco Franco Tommasini –: siamo costantemente informati degli sviluppi, ma è anche evidente che qualcosa è cambiato e qualcos’altro probabilmente cambierà ancora. Avevamo già manifestato la nostra viva preoccupazione quando avevamo sentito parlare di Cpa e, soprattutto, di Cid, il centro per richiedenti asilo, strutture per tipologia operativa ben distinte dal Cpt, ma come Comune non possiamo far altro che ribadire, e non mancheremo di farlo, la necessità di aumentare la presenza di forze dell’ordine nella struttura e nel territorio, azione, e lo affermo affiancandomi a quanto più volte affermato dai sindacati di polizia, chiaramente volta a offrire una maggior sicurezza e tranquillità alla cittadinanza».
Dichiarazioni, quelle del primo cittadino gradiscano, che arrivano anche a ribadire la ferma contrarietà del Comune al centro di via Udine.
«Siamo sempre stati e restiamo fortemente contrari a questa tipologia di strutture sul nostro territorio, continueremo a chiederne la chiusura, ma dobbiamo anche fare i conti con quella che attualmente è una realtà ormai radicata, ma anche, non dimentichiamolo, imposta sul nostro territorio».
Una realtà che sarà attentamente valutata e analizzata nel corso dell’incontro che proprio Gradisca ospiterà, il 21 settembre, sul tema della sicurezza del territorio.
Incontro che coinvolgerà esponenti politici, rappresentanti dello Stato e delle forze dell’ordine, il tutto sotto il coordinamento del sottosegretario agli Interni, Ettore Rosato: «Un incontro – ha concluso il sindaco – dove si parlerà di sicurezza in generale, ma anche, ovviamente, di Cpt, Cpa e Cid. Un vertice esteso anche al di fuori del territorio comunale e provinciale, perché il centro immigrati non può e non potrà essere un problema solamente di Gradisca, che più di altri ha soltanto la sfortuna di trovarselo sul proprio territorio».
Marco Ceci