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Rom: ad Opera vince il razzismo, sgomberata definitivamente la tendopoli

Hanno vinto gli sputi e gli insulti del presidio con cui alcuni abitanti di Opera, provincia di Milano, hanno detto no al campo rom temporaneo nel loro comune. Campo chiuso, nessuna denuncia per le violenze dei manifesanti, la Lega Nord ha soffiato sul fuoco della paura aizzando l’odio della cittadinanza, secondo l’assessore alle politiche sociali Matteo Armelloni.

Tutto comincia nel dicembre 2006, quando l’amministrazione comunale di centrosinistra della piccola città di Opera, nella periferia sud di Milano, decide di ospitare per l’inverno una trentina di famiglie Rom rimaste in strada dopo lo sgombero ordinato dal Prefetto.

La decisione del Comune non piace però a molti.Sono immediate le reazioni. Nonostante il carattere d’emergenza solidale della scelta del Comune, limtita appunto al solo periodo invernale ed in attesa di un successivo trasferimento dei Rom fuori dal territorio di Opera, la parte della cittadinanza ispirata da FI, AN, Lega e dalla fazione più estremista, decide di assaltare il consiglio comunale, nella nella notte tra il 21 e il 22 dicembre, e di dare fuoco al campo.

E’ l’inizio di una serie di episodi di razzismo ed intolleranza giustificata che alla fine però l’avranno vinta. Lo stesso giorno, infatti, i resti della tendopoli rasa al suolo verranno trascinati in strada, utilizzati come barricate, mentre si scatenano episodi razzisti, come insulti e sputi contro i Rom, anche bambini, e contro la parte più ospitale e tollerante di Opera. Il 29 dicembre le famiglie nomadi verranno poi trasferite in un altro campo allestito. Anche qui, però, la loro permanenza durerà ben poco. La sera di domenica 11 febraio, infatti, anche lì non era già rimasto più nessuno. E pensare che a Milano i Rom costituiscono l’appena un per mille del totale dei residenti.

“E’ quindici anni che la Lega lombarda, cioè la Lega della paura, porta avanti una campagna di violenza che nell’ultimo periodo ha subito un’accelerazione”, ha spiegato l’Assessore con delega alle politiche sociali del Comune di Opera, Matteo Armelloni. Secondo l’Assessore, infatti, “il passaggio dalla paura all’aggressione non è mai immediato, ma organizzato politicamente. La diffidenza verso i Rom – ha continuato – è stata causata da voci messe in giro sui Rom, come rapimenti di bambini e furti nelle case”.

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