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Da Carta del 24 luglio 2008

Roma. L’Osce visita i campi rom e sinti

Sono 150, ad oggi, i rom e sinti «censiti» nella capitale dalla Croce rossa secondo le linee guida del ministero dell’interno e le indicazioni del prefetto. Il presidente della Cri, Massimo Barra, ha fatto sapere che solo una piccola parte dei rom e sinti interpellati fino ad ora si sarebbero rifiutati di sottoporsi al censimento. Dopo i campi di Corviale e via Candoni ieri pomeriggio è stato il turno dell’insediamento «abusivo» di Magliana Vecchia, tra la ferrovia e l’autostrada Roma-Fiumicino. Secondo la Croce rossa erano presenti prevalentemente le donne e i bambini. Nel campo non ci sono acqua corrente e luce elettrica. Oggi, invece, è stata una delegazione dell’Osce [organizzazione della sicurezza e cooperazione in Europa], insieme ad una dell’Odhir [ufficio per la difesa dei diritti umani] a visitare i campi capitolini di via Salone e della Barbuta. Nei prossimi giorni visiteranno i campi di altre due città italiane. Alla guida delle delegazioni il consigliere dell’Osce per le tematiche rom, Andrej Mirga, che nei giorni scorsi aveva spiegato che «l’obiettivo della visita consiste nella volontà di lavorare insieme con le autorità italiane per porre le linee guida con cui affrontare la questione della sicurezza in linea con le raccomandazioni europee». Il responsabile dell’Osce ha ribadito al personale delle associazioni che si occupano di rom e sinti a Roma che l’organizzazione europea auspica il superamento dei campi, siano essi attrezzati o meno, in favore di normali alloggi per rom e sinti. Le organizzazione, tra le quali la cooperativa Ermes, si sono dette d’accordo con la soluzione prospettata dall’Ocse, nonostante il fatto che la capitale sia afflitta da un grave problema abitativo. Gli abitanti di via Salone hanno però parlato soprattutto di problemi legati alla difficoltà di ottenere documenti [dal momento che molti, dopo la scomparsa della Jugoslavia, risultano apolidi], nonché dei problemi occupazionali.
Al campo di via della Barbuta la delegazione Osce-Odhir è stata accompagnata dai volontari della comunità di S. Egidio e da alcuni esponenti della Federazione rom e sinti insieme. Al seguito della delegazione anche funzionari del ministero delle pari opportunità, del comune e della prefettura. Al momento i funzionari dell’Osce e dellOdhir si trovano nel campo di via Candoni, dove due sere fa è scoppiato un incendio la cui natura non parrebbe dolosa, come si era creduto in un primo momento. A settembre il governo italiano riceverà dall’Ocse un rapporto e alcune osservazioni maturate durante queste visite. Nel frattempo, all’uscita del consiglio dei ministri dell’interno europei, Roberto Maroni ha commentato la risoluzione del parlamento europeo che ha bocciato la politica del governo nei confronti di rom e sinti. «Non c’e’ nessuna ricetta sui rom», ha dichiarato Maroni «chi parla di rom mente sapendo di mentire. Si tratta di un presupposto fasullo sul quale si e’ basata la risoluzione del parlamento europeo». Il ministro ha poi commentato la lettera di Amnesty international che denunciava le pratiche discriminatorie nei confronti di rom e sinti parlando di «accuse del tutto infondate». Il consiglio dei ministri europei ha accettato, secondo Maroni, di affrontare la questione delle politiche rivolte a rom e sinti in una delle prossime sessioni.

Olivia Fiorilli