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Roma – L’amministrazione caccia i Rom dal Testaccio? Ma verso dove?

Dopo il campo nessuna alternativa: cosa significa superare le baraccopoli?

La minaccia di sgombero è stata agitata fin dalle prime ore del mattino, con la presenza massiccia della polizia a presidio dell’ingresso del campo. Ma le operazioni vere e proprie sono avvenute dal pomeriggio, con il rientro dei bambini dalle attività scolastiche.

Il campo del Testaccio è situato in un’ area particolare, in pieno centro, stretto tra alcuni locali, l’università, ed il centro sociale Villaggio Globale. E forse proprio per la sua posizione centrale, è diventato uno dei primi obiettivi della nuove gestione Alemanno.

Con circa 15 vetture, un pullman ed un furgone della protezione civile, le operazioni di sgombero, lente e complicate anche dalla non semplice geometria dell’area, sono proseguite per tutto il pomeriggio mentre proprio i bimbi tronati da scuola, uniti ad un centinaio di persone acorse in solidarietà agli abitanti della zona, inscenzavano una protesta contro lo sgombero.

Aldo Udorovic, esponente della comunità Calderash, abitante del campo, racconta così queste ore concitate”.

“I Rom Calderash sono tutti cittadini italiani.
Oggi ci troviamo davanti ad uno sgombero di Rom Calderash senza offrire alternative, Vogliono che ci spostiamo da qui senza un posto dove andare e questo è profondamente ingiusto.
Avevamo incontrato il Sindaco Alemanno, poi negli scorsi giorni lo stesso Prefetto aveva garantito che non ci sarebbe stato alcuno sgombero, ed oggi eccoci qui”.

“Non riesco a capire questa politica, non sappiamo dove andare. Chiediamo di rimanere in questo posto, che non è attrezzato ed accogliente per noi, fino a quando non sarà individuata un’ara adeguata.”

E proprio nella serata una mediazione ha portato all’individuazione di una soluzione temporanea a Tor Vergata in attesa di un incontro chiarificatore con l’amministrazione.

Sgomberati dall’ex Mattatoio, e poi insediatisi nell’area adiacente, che doveva rappresentare una sistemazione provvisoria, i Rom del Testaccio hanno dovuto subire l’ennesimo attacco, questa volta non a colpi di molotov e pietre come nelle scorse settimane a Ponticielli, ma a suon di ordinanze e pattuglie. I presupposti sembrano condivisi: ai Rom pare non sia concessa giustizia.

Battersi contro la logica dei campi non puà che voler dire battersi e lavorare affinchè, chi vi abita, possa trovare sistemazioni più dignitose e non essere costretto, per un poco simpatico scherzo del destino ad essere forzatamente nomade.

Intanto domenica, sempre a Roma, avrà luogo una manifestazione nazionale a sostegno dei diritti delle comunità Rom e Sinti, promossa da associazioni di volontariato, artisti,intellettuali e cittadini Rom e non.

Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa