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Roma – La ex-Fabbrica della Penicillina è stata sgomberata. 7 cose da sapere

Alterego, Fabbrica dei diritti - 10 dicembre 2018

Foto di Danilo Balducci

7 cose da sapere sullo sgombero della Fabbrica della Penicillina:

1) L’occupazione dell’ex Fabbrica della Penicillina è il prodotto di due anni di politiche miopi in questa città. Se quel luogo inumano, pieno di rifiuti, residui chimici, amianto, infestazioni di blatte e topi è arrivato ad ospitare 600 persone, lo si deve agli sgomberi senza alternative di altri piccoli accampamenti informali: quello di via di Vannina (a giugno 2017 e marzo 2018); quello di Raffaele Costi (settembre 2018); quello del Baobab (novembre 2018).

2) Le persone presenti sono per la maggior parte: richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale, sussidiaria, umanitaria; persone rese formalmente irregolari a causa delle pratiche difformi dell’Ufficio Immigrazione (es. richiesta di residenza); migranti fuoriusciti dai circuiti dell’accoglienza istituzionale. Il d.l. “sicurezza” di Salvini, oramai divenuto legge, non farà altro che peggiorare questa situazione, con 1059 migranti che solo su Roma saranno cacciati dai centri e gettati per strada. Ciò, come gli sgomberi senza alternativa, avrà come unica conseguenza quella di ingrossare le file degli invisibili che abitano nelle nostre città, regalando manodopera alla criminalità organizzata.

3) Nessuno, neanche gli abitanti, avevano ed hanno intenzione di difendere quel luogo infernale che è l’ex Fabbrica della Penicillina. Per questo da tempo le associazioni e gli occupanti stessi chiedevano una EVACUAZIONE di quel luogo, con la predisposizione di soluzioni alloggiative alternative per gli abitanti. Il censimento degli abitanti, richiesto dalla Circolare del 1 settembre del 2017, di fatto non è avvenuto. Prima dello sgombero, solo per 32 persone (su 600) è stato trovato un posto alloggio provvisorio ed esclusivamente grazie allo sforzo delle associazioni.

4) La Sindaca Raggi con una ordinanza firmata il 23 novembre ha deciso di procedere allo sgombero (sembra quasi esserci una ricorsa con il Ministero dell’Interno su chi riesca prima a porre in atto provvedimenti repressivi). Di fatto nell’ordinanza si parla di “allontanamento” degli abitanti, senza menzionare una loro presa in carico. Nell’ordinanza si parla di distruzione dell’immobile, senza menzionare la necessaria bonifica di quel luogo che non può essere abbattuto senza prima togliere l’amianto che avvelena l’intero quartiere.

Foto di Simona Berterame

5) Questa mattina, alle 5.30, un ingente quantitativo di forze dell’ordine ha operato uno sgombero di un immobile in realtà già vuoto. La maggior parte delle persone presenti erano andate via nei giorni scorsi, dando vita ad ulteriori accampamenti informali nella zona. Circa un centinaio di occupanti si è fatto trovare fuori dall’immobile ed attualmente sono in corso i colloqui con la Sala Operativa Sociale per trovare una sistemazione provvisoria.Nello stabile, al momento dello sgombero, erano presenti solo 36 persone che sono state tutte condotte in Questura-Ufficio Immigrazione. Ci teniamo a precisare che la maggior parte di queste 36 persone si trova in condizione di estrema vulnerabilità, avendo problemi psichiatrici e di salute.

6) Salvini si è presentato a metà mattinata per rivendicare quanto successo. Il Ministro dell’Interno promette maggiore “sicurezza” per gli abitanti del quartiere dopo questo sgombero. In realtà la situazione andrà solo a peggiorare. Si sono trattate centinaia di persone come rifiuti umani, privandoli dei minimi diritti e della loro dignità. Circa 400 persone che stavano nella Penicillina sono nuovamente per strada e ciò altro non farà che aumentare le tensioni sociali all’interno di quella periferia.

7) Nell’ex Fabbrica della Penicillina erano presenti non solo migranti africani ma anche persone dell’est ed italiani. Tutti accomunati dall’essere stati, per vario motivo, posti ai margini della società, prima abbandonati da uno Stato incurante dei suoi doveri e poi criminalizzati.Le politiche di questo Governo sono tutte orientate a potenziare la guerra ai poveri e fra i poveri nelle nostre città.

Oosasenega si è fatto trovare per lo sgombero vestito da Babbo Natale.
Quasi a voler deridere la deriva disumana e brutale in cui siamo caduti.
In questa farsa, che si trasforma in tragedia, in questo teatrino mediatico che si nutre di odio e repressione, noi saremo sempre dalla parte dei più deboli, dei mille Oosasenega che ogni giorno tentano di resistere.