Progetto Melting Pot Europa
Per la promozione dei diritti di cittadinanza

redazione@meltingpot.org

Iscriviti alla newsletter
English | Français | Español

Formazione

Scopri i percorsi formativi a cura del Progetto Melting Pot Europa

Speciale Legge Salvini

Articoli di "Cittadinanze"
Approfondimenti legislativi

SANS-PAPIERS

Home sans-papiers

Normativa

Archivio e guida legislativa
Guida legislativa
Testo Unico Immigrazione
Regolamento di attuazione
Normativa italiana
Normativa europea
Giurisprudenza italiana
Giurisprudenza europea
Accordi e trattati internazionali

Schede pratiche

Consulta le schede

DIRITTI DI CITTADINANZA

Home cittadinanza
Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
Campagna #overthefortress
Around Europe
Questione asilo
Agenda
Rassegna stampa

Rubriche

Speciale Asilo
Speciale CIE - CPR
Campagna #overthefortress
A proposito di Accoglienza
Confini e barriere
Il punto di vista dell’operatore
In mare
Osservatorio Commissioni Territoriali
Papers
Speciale Hotspot
SPRAR
Un mondo, molti mondi
Voci dal Sud
Migrarte
Archivio delle Rubriche

Ricerca

Argomenti sans-papiers
Argomenti cittadinanze
Tag geografiche

Multimedia

Video
Immagini
Audio

Chi siamo

Il progetto
Sostienici
Assegnaci il tuo 5‰
Iscriviti alla newsletter
Servizi
Formazione Melting Pot
Aiutaci a tradurre
Autori e traduttori
Avvocati
Collabora
Seguici
Contatti

Per l'assistenza gratuita nella compilazione delle tue pratiche rivolgiti a:

Tweet di @MeltingPotEU
Home » Cittadinanze » Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
Versione per la stampa
Rubrica: Campagna #overthefortress

Röszke, Ungheria: chiusa la frontiera con la Serbia

Reportage da #overthefortress, staffetta ai confini della fortezza Europa

La giornata inizia carica di un senso di attesa che si fa palpabile di momento in momento. Il grande cambiamento nell’aria fa allungare il passo spingendo ai limiti della corsa, la chiusura della frontiera annunciata per mezzanotte potrebbe avvenire anche prima, e comunque la reazione delle autorità ungheresi potrebbe essere differente rispetto ai giorni scorsi.
Il varco nella recinzione è come ieri, il presidio di polizia minimo, lo sbarramento vero sono decine di telecamere fisse sui due pali piantati accanto ai binari, dove la rete ancora non c’è.

Poco oltre, il campo che ieri aveva preso una forma organizzata è svuotato, gli igloo dei migranti sono scomparsi e restano solo le grandi tende delle organizzazioni come Medici Senza Frontiere, Caritas, UNHCR. Un senso di smarrimento aleggia sulle poche centinaia di persone che vengono caricate senza controlli o selezioni di provenienza sugli autobus che li portano via. La colonna dei mezzi è interminabile, partono con cadenza ravvicinata, la destinazione non è affatto chiara. Notizie contrastanti si incrociano, pare che la destinazione sia la stazione e da lì il treno per Heygenshalom, ultima stazione prima del confine con l’Austria. Nulla è certo, però.
Resta l’evidenza del campo svuotato, questo come l’altro a ridosso dell’autostrada, quello delle recinzioni e delle impronte digitali. Intanto il primo campo allestito è in via di smontaggio.
Qui l’atmosfera è ancora più surreale, ai bordi della strada furgoncini senza targa con il radiatore sfondato e le gomme tagliate. Chiaro segno del traffico di esseri umani che questa assurda situazione sta facendo fiorire.

Torniamo al varco sui binari nel primo pomeriggio, due manipoli di polizia si sono attestati appena al di fuori della recinzione ai lati dei binari, mentre l’esercito si appresta a completare la chiusura. La barriera di metallo ancora non è completa, il passaggio è chiuso dalla polizia. Chi sta arrivando non segue più i binari ma si stacca poco prima deviando a sinistra per costeggiare la barriera nella direzione dei due valichi stradali.

Non restano che giornalisti alla frontiera, una selva di telecamere fisse sui cinque metri ancora da sigillare. Puntano dalla parte sbagliata, però: il coup de theatre studiato a tavolino fa arrivare un treno da Röszke. Preceduto da ferrovieri con la bandierina, irrompe sulla scena un vagone merci "agghindato" da una rete metallica e matasse di filo spinato pronto a sigillare il varco. Gli occhi del mondo puntavano dalla parte sbagliata, ora debbono fare largo ad un ammasso di ferraglia degno delle grandi sceneggiature hollywoodiane.
Il momento topico in cui la retorica si fa materialità arriva nella maniera più mobile ed assurda possibile, il treno da mezzo di trasporto si fa ostacolo.

Il flusso intanto ha preso la direzione del valico stradale, poche centinaia di metri a ovest. A passo sempre più svelto centinaia riescono a passare prima della fatidica mezzanotte. Lo scenario anche qui è surreale: il transito avviene attraverso il cancello pedonale, plotoni di polizia militare schierati dietro una bassa rete metallica e in fondo gli autobus che caricano tutti verso una destinazione sconosciuta. Le notizie si accavallano in modo contraddittorio ed incerto, la direzione sembra essere il confine austriaco.

Aspettiamo mezzanotte, drappelli di decine di persone si muovono nel buio rincorrendo lo scorrere del tempo. Passa il fatidico minuto, i tre poliziotti ungheresi in tenuta antisommossa fanno letteralmente i portieri. Dalla parte serba cinque o sei volontari gestiscono la fila che si forma con le ondate di gente che arriva.

Dieci minuti dopo la mezzanotte il cancello viene chiuso, il più corpulento dei tre poliziotti vi si appoggia con la schiena, "stop". Non si passa più. In mezz’ora si crea un accumulo di duecento persone, famiglie spezzate ed altre disperatamente unite nel passare anche questa notte all’addiaccio.

Appena le troupe televisive smontano i riflettori compaiono grandi transenne a ridosso del cancello carraio, viene allestito un canale dove può passare una sola persona. Forse domani passeranno in cento, voci che si susseguono sempre più contraddittorie sono spente dalla notte e dalla stanchezza.
Alle due e mezza non resta che una frontiera chiusa e centinaia di persone allo sbando.

Staffetta #overthefortress - Röszke, 15 settembre 2015

Vedi anche

  • La corsa verso il confine
  • #overthefortress, staffetta ai confini della fortezza Europa
  • #overthefortress, a handover to the border of fortress Europe
  • Video intervista a Sandro Mezzadra di Euronomade
  • La Freedom March apre i confini della fortezza europea
  • La storia di Ayaz è la storia di tutti e tutte!
  • Willkommen
  • Post dal confine serbo-ungherese dopo le cariche e i gas contro i migranti
  • Dov’è l’umanità dell’Europa?
  • Tovarnik - L’esasperazione di un viaggio infinito
  • Opatovac: la lunga attesa

Galleria fotografica

[ 15 settembre 2015 ]
Sostieni il Progetto Melting Pot Europa!
Dona almeno 1€ - Inserisci l'importo:

TAG

ARGOMENTI:
Diritto di asilo, Est Europa, Europa, Reportage e inchieste

Chi siamo

  • Il progetto
  • Sostienici
  • Assegnaci il tuo 5‰
  • Iscriviti alla newsletter
  • Servizi
  • Formazione Melting Pot
  • Aiutaci a tradurre
  • Autori e traduttori
  • Avvocati
  • Collabora
  • Seguici
  • Contatti

Cittadinanze

  • Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
  • Around Europe
  • Questione asilo
  • Agenda
  • Rassegna stampa

Sans papier

Normativa

  • Archivio e guida legislativa
  • Guida legislativa
  • Testo Unico Immigrazione
  • Normativa italiana
  • Normativa europea
  • Giurisprudenza italiana
  • Giurisprudenza europea
  • Accordi e trattati internazionali

Schede pratiche

Rubriche

  • Speciale CIE
  • Campagna #overthefortress
  • A proposito di Accoglienza
  • Confini e barriere
  • Il punto di vista dell’operatore
  • In mare
  • Osservatorio Commissioni Territoriali
  • Papers
  • Speciale Hotspot
  • SPRAR
  • Un mondo, molti mondi
  • Voci dal Sud

Ricerca

  • Argomenti sans papiers
  • Argomenti cittadinanza
  • Tag geografiche

Multimedia

  • Video
  • Immagini
  • Audio

Social

facebook

twitter

telegram

youtube

rss

TELE RADIO CITY s.c.s.

Onlus
P.I. 00994500288
Iscr. Albo Soc. Coop.
n. A121522

CREDITS

web design HCE s.r.l.

2003-2019
creative commons

Cookies
Privacy Policy