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Rovigo – A proposito del CPT in città

di Samb Serigne

Come è noto i Centri di permanenza temporanea, per immigrati clandestini in attesa di espulsione sono stati istituiti dalla legge 40 del 1998, la cosiddetta Turco-Napolitano, che disciplina il settore dell’immigrazione e poi ratificati dalla successiva, e vigente, Bossi-Fini. Ne sono stati realizzati un po’ in tutta Italia, fatta eccezione per il Veneto.
La gestione spetta ai prefetti e solitamente viene affidata alla Croce Rossa Italiana: uniche eccezioni a Lamezia Terme e a Lecce dove la conduzione è affidata alla Caritas. Il prefetto, sentito il questore, deve garantire in ogni struttura le disposizioni occorrenti per la regolare convivenza e quanto altra occorra al decoroso soggiorno all’interno del centro.
L’immigrato può essere trattenuto per un massimo di 60 giorni, poi, se non viene identificato, scatta l’ordine di allontanamento del questore.

Ecco la cronaca di un’intensa settimana di parole a Rovigo:

Venerdì 5 settembre, Rovigo. Sopralluogo di due ispettori del Ministero dell’Interno all’ex ospedale psichiatrico per l’eventuale costruzione di un Centro di permanenza temporanea. I due funzionari sono stati accompagnati nell’area dimessa da sette anni, posta a tre chilometri dalla città, dal prefetto Ciro Lomastro e dal questore Franco Misiano. La notizia appare sui quotidiani di Rovigo in data 10 settembre e subito iniziano i comunicati stampa e le prese di posizione delle segreterie di partito ed associazioni varie.

Mercoledì 10 settembre. «Il progetto di costruire un centro per clandestini a Rovigo va benissimo anche se resta in piedi la mia idea di aprirne comunque uno a Padova». Questo il commento dell’onorevole di Alleanza nazionale Filippo Ascierto che da tempo si sta battendo per la costruzione di una struttura per accogliere gli immigrati in attesa di espulsione. «Che i clandestini non si facciano illusioni – aveva dichiarato in precedenza – il centro sarà un carcere a tutti gli effetti e dovrà contenere almeno duecento persone e sarà provvisto perciò di tutti i servizi necessari. La vigilanza dei clandestini spetterà invece alle forze dell’ordine».
Assolutamente contrario, invece, l’onorevole Luca Bellotti, presidente provinciale, di Rovigo, di Alleanza Nazionale: «In fatto di immigrazione clandestina il nostro territorio sta già pagando a sufficienza le scelte sbagliate di una politica che ha spacciato per solidarietà a basso costo un eccessivo permissivismo senza fare prima i conti con la realtà».

Giovedì 11 settembre. «Esprimo la mia contrarietà – afferma Renzo Marangon, capogruppo regionale di Forza Italia – per l’eventualità di un simile progetto. Rovigo è una piccola realtà che non ha grossi problemi di immigrazione clandestina». Contrario anche il senatore dell’Ulivo Fabio Barbatella: «Il mio no non riguarda tanto la volontà di creare un centro a Rovigo, quanto il metodo utilizzato, cioè facendo cadere la decisione dall’alto senza interpellare le comunità che vivono sul territorio». Carlo Alberto Azzi, segretario provinciale DS, è cauto ma altrettanto fermo: «Nessuna preclusione ad un simile centro. Che si possa fare a Rovigo è plausibile ma la collocazione nella zona dell’ex ospedale psichiatrico è molto discutibile». «Non siamo contrari ma discutiamone» anche il sindacato autonomo di polizia si esprime sul Cpt a Rovigo per bocca del segretario provinciale Fabio Ballestriero che focalizza l’attenzione sugli uomini e mezzi, della polizia, necessari a fronteggiare la situazione.

Venerdì 12 settembre. «Bisogna anzitutto chiarire una volta per tutte il fatto che queste strutture non devono essere assimilate alle carceri» afferma l’assessore all’immigrazione della Provincia Lino Callegarin, DS «All’interno possono esserci anche donne incinte, minorenni, gente arrivata in Italia dopo mille peripezie, la cui unica colpa è quella di non avere le carte in regola, non essendo in possesso di permesso di soggiorno». Anche il sindaco di Rovigo Paolo Avezzu, di Forza Italia, esprime le sue opinioni dopo alcuni giorni di riflessione: «Ritengo inopportuna la realizzazione di una simile struttura a Rovigo, tenuto conto della limitata incidenza del fenomeno extracomunitario nel nostro territorio e riscontrando altresì prese di posizione pubbliche negative da parte di esponenti politici appartenenti a diversi schieramenti». Per Angelo Maffione, segretario comunale Sdi, il discorso è molto complesso ma può essere sintetizzato così: «A Rovigo la presenza di clandestini, o comunque di extracomunitari, non mi sembra tanto ingente da giustificare la realizzazione di una struttura simile». «Siamo contrari per motivi di natura morale – afferma Matteo Masin di Rifondazione comunista.
Queste strutture sono dei veri e propri campi di prigionia».

Sabato 13 settembre. «Questo Centro è uno dei tanti di cui la legge Bossi-Fini intenderebbe avvalersi come strumenti per governare il fenomeno dell’immigrazione» dichiara Donatella Barion, portavoce provinciale dei Verdi e continua: «Sono luoghi di detenzione destinati ai migranti che arrivano sulle coste italiane con le barche ma anche a quanti hanno perso il lavoro e ritornano ad una condizione di clandestinità. I lavoratori in nero delle fabbriche del Nord Est: clandestini, migranti irregolari». E conclude «Combatteremo contro l’istallazione di questi veri e propri lager».

Domenica 14 settembre. La Lega Nord esprime la sua contrarietà all’iniziativa del Cpt a Rovigo raccogliendo 250 firme in sole tre ore lungo il Corso del Popolo. «Un’impresa del genere metterebbe a repentaglio la sicurezza della zona, oltre a svalutare gli immobili», precisa il segretario provinciale Andrea Astolfi. Anche la Caritas diocesana esprime la sua opinione per bocca del direttore don Valentino Tonin: «Dovrebbe trattarsi di aree nelle quali raccogliere i cittadini extracomunitari senza regolare permesso di soggiorno, in attesa del loro espatrio. Il pericolo – ammonisce il religioso – è quello che si trasformino in autentici luoghi di prigionia».

Martedì 16 settembre. «Il manicomio, per il solo fatto di esistere, ha prodotto malattia e disagio, anche all’ambiente, dal 1930 alla chiusura del 1997» dichiara il vice-direttore di Biancoenero, periodico polesano di immigrati e minoranze, Ben Haddou Abdelowahed.
«Adesso lo spazio manicomiale deve essere restituito alla collettività ma non per farne un altro spazio di detenzione e di privazione di diritti fondamentali come il “Centro Permanenza Temporaneo”, ma per farne una località amena: un centro residenziale per anziani, un centro sportivo, un collegio universitario, un centro studi sui diritti della persona».

Martedì 23 settembre. L’ultima dichiarazione è quella di Lorenzo Feltrin, segretario provinciale Prc che parla di «centri di reclusione per innocenti» e aggiunge: «Rifondazione è contraria alla costruzione dei Cpt a Rovigo, come a Padova, e come ovunque, e si mobiliterà continuamente contro questi affronti alla dignità umana».