Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Sabato 23 ottobre: giornata di mobilitazione per i diritti di cittadinanza

Bilancio e risultati delle iniziative svolte

Numerose sono state le città che hanno aderito alla piattaforma comune che rivendicava la necessità di abolire la Legge Bossi-Fini, la chiusura dei centri di detenzione e la ferma condanna delle deportazioni in Libia.

Il 23 ottobre è stata anche una giornata contro la precarietà
: l’intreccio tra la legge Bossi Fini e la legge 30 ha prodotto una situazione ormai intollerabile perché, da una parte vi sono contratti di lavoro sempre più brevi, che costringono i cittadini stranieri ad essere più ricattabili e sfruttati, dall’altra diventa sempre più difficile avere un permesso di soggiorno e rinnovarlo.
Di fronte ad un Governo che si preoccupa solo di organizzare la propria lotta contro i migranti facendo accordi internazionali e deportando in manette chi osa intraprendere un cammino di libertà, è stato rivendicato il diritto per tutti a vivere e risiedere in Italia, indipendentemente dal contratto di lavoro, e la necessità di produrre al più presto procedure di regolarizzazione semplici ed efficaci per porre fine al meccanismo assurdo delle quote di ingresso.

Le iniziative
Le iniziative si sono svolte principalmente di fronte alle questure e prefetture, luoghi in cui i migranti pagano il conto della legge Bossi Fini. In particolare è stato chiesto:

. che il permesso di soggiorno, per qualsiasi contratto di lavoro, non sia inferiore ad un anno
. che il permesso di soggiorno per ricerca lavoro sia della durata di almeno un anno
. che venga applicata ovunque la procedura adottata dalla questura di Pavia ovvero il prolungamento della validità del permesso di soggiorno fino all’effettivo rinnovo.

La cronaca di alcune città

Gorizia:
Presidio, prima di fronte alla Questura e successivamente di fronte alla Prefettura. Vi è stato, inoltre, un incontro con il Questore in cui sono state presentate le problematiche dei migranti. La questura di Gorizia si è impegnata a:
. arrivare a consegnare un permesso di soggiorno in 20 giorni
. concedere permessi di soggiorno di almeno un anno per tutti
. aprire prima possibile un ufficio stranieri per la consegna e la richiesta di rinnovo dei permessi di soggiorno anche a Monfalcone.

Sono stati discussi anche i problemi relativi ai reati ostativi al rilascio dei permessi di soggiorno: in particolare, a Gorizia si è creato un precedente positivo che permette di ottenere il permesso di soggiorno da parte di un gruppo di cittadini senegalesi denunciati per vendita di cd contraffatti.
La delegazione dell’associazione Razzismo Stop, ha ribadito la propria contrarietà al centro di detenzione di Gradisca. Il questore ha assicurato che verrà data la possibilità a tutti di entrarvi e controllare la situazione all’interno.
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Padova:
Un centinaio di migranti hanno partecipato ad un presidio davanti alla Prefettura e alla Questura, organizzato dall’associazione Razzismo Stop. Vi è stato un incontro di una delegazione con la responsabile dell’Ufficio Immigrazione di Padova, in cui sono state esposte le principali rivendicazioni dei migranti. La questura si è impegnata a mantenere i punti richiesti nella piattaforma comune e la collaborazione con l’associazione, per trovare soluzioni immediate ai problemi esposti.
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Treviso:
Manifestazione del Comitato M21, cui hanno partecipato almeno 300 cittadini stranieri e caratterizzata come “presidio itinerante” di fronte ai punti più sensibili rispetto ai problemi vissuti dai migranti, ossia Questura, Prefettura e Unindustria. Oltre alle problematiche condivise della piattaforma comune, l’iniziativa ha voluto mettere in risalto, ancora una volta, l’enorme problematica connessa all’emergenza abitativa e il fatto che i lavoratori vengono sfruttati all’interno delle aziende e, nei periodi di crisi, sono i primi a pagarne le conseguenze.
È stato chiesto un incontro con la Prefettura, concesso per martedì 26 ottobre in cui verranno esposti i problemi vissuti dagli stranieri che risiedono nella città di Treviso.
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Venezia:
Un centinaio di migranti hanno organizzato una giornata di visibilità in Piazza Barche a Mestre-Venezia, in cui sono stati distribuiti volantini che spiegavano i problemi vissuti dai migranti e le principali modifiche necessarie alla Legge Bossi-Fini.

Bologna:
Presidio di fronte alla Prefettura del Coordinamento migranti, per ottenere “cambiamenti concreti e immediati alla gestione vergognosa dei permessi da parte della Prefettura stessa, che costringe i migranti a file umilianti, attese interminabili durante le quali ogni libertà di movimento è impedita e ogni tutela sociale sospesa, a condizioni di vita e di lavoro poste sotto una costante minaccia di clandestinità e detenzione”. Oltre ai punti comuni alla piattaforma è stato chiesta la semplificazione e il miglioramento delle pratiche di rinnovo dei permessi di soggiorno, in particolare l’abolizione del call center, rivelatosi inutile; il decentramento completo delle pratiche all’amministrazione locale (comune e quartieri), per garantire l’ottimizzazione del servizio e porre fine alle pratiche discriminatorie attuate dagli organi di polizia; l’istituzione di un tavolo periodico di verifica sul processo di decentramento.
Si è ribadita la richiesta della chiusura definitiva dei Centri di Permanenza Temporanea, a cominciare dal CPT di via Mattei a Bologna”.
Durante il presidio i migranti hanno chiesto un incontro con il Prefetto che li riceverà la settimana prossima.

Torino:
Iniziativa di volantinaggio per denunciare la situazione creatasi a Torino che costringe i cittadini stranieri a tempi di attesa fino a 7-8 mesi per il rilascio dei documenti. [ascolta ]

Bergamo:
Manifestazione cui hanno partecipato circa 6 mila persone. Il corteo, composto quasi completamente di migranti facenti parte delle associazioni aderenti al Coordinamento Immigrati Bergamo, è terminato davanti alla Prefettura, dove si è svolta un’assemblea, mentre una delegazione di migranti ha incontrato Prefetto e Questore.
A Bergamo i tempi di rinnovo dei Permessi di Soggiorno variano da un minimo di sei mesi ad oltre un anno rispetto ai venti giorni previsti dalla normativa. È stato promesso un allargamento della struttura della Questura con l’aumento degli sportelli e la costruzione di una sala d’aspetto confortevole e fornita di bagni. E’ stato chiesto un tavolo permanente di confronto con Questura e Prefettura, ma è stato rifiutato con la scusa che l’istituzione preposta è la Commissione territoriale per l’immigrazione.

La settimana di mobilitazione per i diritti prosegue fino a sabato 30 ottobre, giornata in cui sono previste manifestazioni in altre città, come Verona, Vicenza, Trieste.