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Salute – Impedire l’iscrizione al SSN ai genitori ultra65enni ricongiunti è discriminatorio

Il Tribunale di Milano sposa la tesi di Naga, Asgi, Avvocati per Niente e Anolf

Nei mesi scorsi i genitori ultra 65enni di cittadini stranieri a loro ricongiunti, si sono visti negata dalle competenti sedi Asl in Lombardia l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale.

Tale impossibilità era dovuta alla mancanza d’indicazioni da parte dei Ministeri competenti sull’importo dovuto per l’iscrizione e per la mancanza di provvedimenti della Regine Lombardia per colmare questa lacuna. Inoltre i cittadini stranieri si erano rivolti a numerose compagnie di assicurazione, senza poter ottenere la disponibilità alla stipula dell’assicurazione a causa, prevalentemente, di limiti di età.

Le associazioni Naga, ASGI, Avvocati per Niente, con l’intervento di Anolf, hanno fatto ricorso contro questa pratica e oggi il ricorso è stato vinto.

“Il comportamento posto in essere da Regione Lombardia e Ministero della Salute è illegittimo e configura una discriminazione a danno dei cittadini stranieri dal momento che non è rispettato il principio costituzionale che sancisce la tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e che solo ai ricorrenti è stata radicalmente preclusa la possibilità di iscrizione al SSN: il principio di parità previsto dalla legge è dunque violato” sostengono i rappresentanti delle Associazioni ricorrenti.

“Oggi il Tribunale di Milano ci ha dato ragione dichiarando la natura discriminatoria della tenuta condotta dai Ministeri, vista la mancata adozione dei decreti previsti e ha ordinato alla Regione Lombardia di rendere possibile l’iscrizione al SSN per i ricorrenti tramite il pagamento di un contributo forfettario previsto da altre regioni. Ci auguriamo che questo possa essere considerato un precedente per tutti i cittadini nelle loro condizioni e che il diritto all’accesso alle cure non sia più violato in Lombardia” concludono i referenti.

Naga, ASGI, Avvocati per Niente e Anolf, continueranno a monitorare la situazione e a denunciare eventuali violazioni.

Ordinanza del Tribunale di Milano del 5 dicembre 2012