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Salviamo la dignità, salviamo Pikpa e Kara Tepe

Un appello che chiede di non chiudere la straordinaria esperienza dell’unico luogo di accoglienza aperto e auto-organizzato dell’isola

Atene, 30 settembre 2020 – Noi, i firmatari, ci appelliamo al Ministro della migrazione e dell’asilo, Notis Mitarakis, e alle autorità locali di Lesbo affinché revochino la loro decisione di interrompere le attività delle strutture di PIKPA e Kara Tepe sull’isola di Lesbo, dedicate all’accoglienza di richiedenti asilo in condizione di vulnerabilità. Le autorità non dovrebbero solo revocare la loro decisione di chiudere queste strutture ma, in un periodo di grande bisogno come questo, dovrebbero ulteriormente rafforzare e proteggere tutte le soluzioni alternative degne per l’accoglienza e la protezione dei richiedenti asilo.

Negli ultimi cinque anni, PIKPA e Kara Tepe hanno dato rifugio a soggetti vulnerabili scappati dalle condizioni di vita deplorevoli del Centro di Accoglienza e Identificazione (RIC) di Moria, un luogo pericoloso dove la salute e la sicurezza dei residenti è continuamente a rischio. La decisione di chiudere queste strutture giunge appena pochi giorni dopo la devastante serie di incendi che hanno bruciato completamente il campo di Moria, lasciando più di 12.000 donne, uomini e bambini privi di un rifugio, di cibo e acqua.

Mentre sull’isola è stato creato un nuovo campo di “emergenza”, che al momento ospita gli ex-abitanti del campo di Moria, molti dei firmatari presenti sul posto denunciano carenze significative nella protezione, nell’accesso all’elettricità, nelle scorte d’acqua disponibili e nell’igiene e nella sicurezza. Fino a quando le condizioni nei campi RIC saranno indegne per esseri umani, saranno necessarie risposte alternative per proteggere i più vulnerabili.

PIKPA e Kara Tepe dovrebbero ora a tutti i costi continuare a offrire alloggio e protezione che siano appropriati specialmente per i più vulnerabili, inclusi minori non accompagnati, madri single, vittime di tortura e maltrattamenti, uomini e donne sopravvissuti ad abusi sessuali e violenza di genere, persone con disabilità.

PIKPA, uno spazio di solidarietà aperto e auto-organizzato, ha fornito servizi essenziali e assistenza ai rifugiati di Lesbo fin dal 2012. Nel 2016, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), ha conferito il Nansen Refugee Award a uno dei cofondatori di PIKPA, in riconoscimento della loro attività volta a salvare vite e fornire un rifugio sicuro per i più vulnerabili durante la “crisi” dei rifugiati del 2015.

Oggi PIKPA ospita minori non accompagnati, madri single, vittime di tortura e maltrattamenti e molte persone con gravi vulnerabilità. I sopravvissuti alle torture e maltrattamenti soffrono di dolori fisici cronici per anni dopo l’abuso e di sintomi psicologici come ansia, depressione, auto-isolamento e stress post-traumatico. PIKPA offre uno spazio sicuro e degno per i sopravvissuti che altrimenti verrebbero continuamente ritraumatizzati in un ambiente non protetto.

Kara Tepe è stato gestito dal comune con una capacità di più di mille persone. Ha offerto condizioni di vita umane ai richiedenti asilo in condizione di vulnerabilità e alle famiglie trasferite da Moria, compresi genitori single, persone con disabilità, e molte famiglie con problemi di salute. È stato lodato per le sue infrastrutture e atmosfera comunitaria.

  • Mentre non è chiaro dove saranno trasferiti gli attuali abitanti di PIKPA e Kara Tepe, i firmatari sono convinti che il nuovo campo di “emergenza” metterà a rischio la loro saluto fisica e mentale e dovrebbe essere evitato ad ogni costo. In più, PIKPA e Kara Tepe potrebbero accogliere e garantire migliori condizioni di vita per soggetti maggiormente “a rischio” attualmente residenti nel nuovo Centro (RIC) di Lesbo. Questo risulterebbe cruciale specialmente per persone con disabilità, ad esempio, dal momento che non ci sono ad ora servizi igienici accessibili nel nuovo RIC.

Sollecitiamo le autorità greche nazionali e locali a:

Interrompere immediatamente la chiusura di PIKPA e Kara Tepe e a supportare e rafforzare il loro straordinario lavoro. Allo stesso tempo, le autorità dovrebbero cercare soluzioni in linea con gli standard dei diritti umani per il funzionamento del nuovo campo temporaneo di Lesbo, con l’obiettivo finale di un suo deciso decongestionamento, e col fine di fornire livelli adeguati in termini di sicurezza, accesso all’acqua, igiene ed assistenza medica per tutti gli abitanti, finché questi ultimi non vengano tutti trasferiti in luoghi di accoglienza più sicuri e degni.

I firmatari:
A Buon Diritto Onlus
ActionAid Hellas
Agir pour la paix
Aid Brigade
AITIMA
Amnesty International
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