Gli uomini lavorano soprattutto in cantieri, officine e ristoranti, le donne nelle case dei parmigiani come domestiche e badanti. Sono gli oltre cinquemila stranieri per i quali, in base alla sanatoria varata l’anno scorso, è stata presentata domanda di regolarizzazione. Sette su dieci sono già state accolte.
Oltre quota cinquemila. Le domande presentate sono 5.557. La Questura, cui spettano i primi controlli, finora ha rilasciato 4.700 «nulla osta» all’iter di regolarizzazione. Le pratiche passano poi alla Prefettura. L’apposita commissione ha già convocato e regolarizzato il 70% degli immigrati in lista. «Affrontiamo dalle 50 alle 60 pratiche al giorno. Un lavoro complesso, che sta procedendo abbastanza bene. sottolineano in Prefettura . Il numero di domande presentate è relativamente alto per una provincia di circa 380mila abitanti. Sono l’1,4% della popolazione».
La commissione è composta dai rappresentanti di Questura, Agenzia delle entrate, Inps, Ufficio del lavoro, Ausl e Prefettura (che ha un ruolo di coordinatore). Agli immigrati rilascia permesso di soggiorno, codice fiscale, contratto di lavoro e tesserino sanitario.
Poche le domande sospese per questioni burocratiche. Quelle respinte invece sono comprese fra il 4 e il 5% del totale. Si tratta di persone già colpite da provvedimenti di espulsione.
Badanti e operai. La maggioranza delle richieste di regolarizzazione riguarda colf e badanti. Nel 57% dei casi si tratta di donne moldave, rumene, ucraine e bielorusse. Solo nelle case di Parma ce ne sono 1.883. Il restante 43% di domande riguarda soprattutto uomini, provenienti da Maghreb e Africa centromeridionale, Cina e India. La metà di loro ha un impiego nell’edilizia come manovale. C’è anche chi ha frequentato corsi di specializzazione, come i quaranta moldavi divenuti operai qualificati grazie alla Scuola edile.
Il secondo settore più rappresentato, secondo la Prefettura, è quello metalmeccanico, mentre i cinesi sono assunti per lo più nei ristoranti. A volte, ex operai si sono trasformati in artigiani del settore meccanico, assumendo altri stranieri. Fanalino di coda è l’agricoltura, con alcune decine di domande per stallieri indiani.
Il sostegno dei sindacati. Le organizzazioni sindacali fungono da intermediari con Prefettura e datori di lavoro. «A noi si sono rivolte più di 600 persone. dice Angelo Piazza della Cisl Molti chiedono informazioni sulla chiamata della commissione, temendo di essere esclusi. Chiedono aiuto anche per “affrontare” la burocrazia». Circa 150 immigrati si sono rivolti alla Uil, in particolare badanti dell’Est e peruviani. La Cgil si è occupata invece di centinaia di persone, tanto che i sindacalisti dicono di avere ormai perso il conto.
Il principale problema della sanatoria, sottolineano i sindacati, sono le truffe agli immigrati. «Qualche datore di lavoro non ha mantenuto la promessa di presentare le pratiche dice Piazza abbiamo visto casi di estorsione e minacce per farsi “rimborsare” le spese dagli immigrati. Abbiamo individuato una trentina di assunzioni fittizie».
«Noi abbiamo scoperto un uomo che aveva assunto 120 senegalesi per un volantinaggio inesistente. aggiunge Daniela Ferrari della Cgil . Credo che i problemi più gravi debbano ancora presentarsi: i casi controversi restano sospesi e saranno riesaminati solo dopo tutti gli altri».