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Sarebbe stato meglio restare in Siria. Almeno lì sarei morta con dignità

Il comunicato stampa dei rifugiati in sciopero della fame in Piazza Syntagma ad Atene

- Link all’articolo originale (ENG)

Potete mandare messaggi di appoggio e solidarietà a questo indirizzo:
Pagina Facebook: Reunite us with our families now
Hashtag #Reunitefamiliesnow - Blog: hungerstrike.commonstruggle.eu

Traduzione a cura di Paola Rivetti, che ringraziamo.

Foto dalla pagina Facebook Απεργία Πείνας Προσφύγων/Hunger Strike: "Reunite us with our families now"


Atene - Giovedì 2 novembre 2017, 14 persone rifugiate (7 donne e 7 uomini) in sciopero hanno organizzato una conferenza stampa in piazza Syntagma, nel centro di Atene. Protestano contro i ritardi nelle procedure di riunificazione familiare, che li tengono lontani dalle loro famiglie già in Germania.

Le persone in sciopero della fame hanno indicato il governo greco come responsabile della situazione, enfatizzando il fatto che hanno continuato a chiedere una risposta agli uffici migrazione ed asilo per la loro richiesta attraverso procedure legali ed ufficiali per mesi senza avere nessuna risposta. [1]

I parenti in Germania hanno ricevuto lo stesso trattamento dalle autorità tedesche.

Le persone in sciopero della fame rappresentano le 4.500 persone rifugiate che hanno incontrato le stesse difficoltà durante i procedimenti. Anche se molte di loro hanno ottenuto l’autorizzazione ufficiale a lasciare la Grecia e riunirsi alle loro famiglie, sono rimaste intrappolate in Grecia. Il vero ultimo passo nel ricongiungimento familiare, che è l’acquisto del biglietto aereo, resta incompiuto.
Le persone coinvolte nello sciopero dopo mesi di richieste e mobilitazioni, non possono più avere pazienza. Sono assolutamente determinate a continuare lo sciopero fino al raggiungimento dei loro obiettivi e sarà o il passaggio sicuro per la Germania o la morte.

Photo credit: Marios Lolos


Durante la conferenza stampa le persone in sciopero hanno parlato delle loro esperienze, dai pericoli del viaggio di fuga dalle situazioni di guerra in Siria fino alla Grecia. Hanno descritto come, appena superati i confini, siano state separate dalle loro famiglie e come ora siano costrette a vivere nei campi in condizioni inumane.

Foaz, un uomo siriano, ha detto che è in Grecia con la sua famiglia da circa due anni, che la loro richiesta di ricongiungimento è stata accettata, e nonostante ciò continuano a vivere nei campi per rifugiati in condizioni terribili. Ha detto che suo figlio di 10 anni ha vissuto in tutti questi mesi in Grecia senza aver accesso alla scuola. Suo figlio non sa neanche scrivere il suo nome. Foaz ha anche denunciato le condizioni umilianti che questo sistema di asilo impone alle persone rifugiate. “Siamo costretti a mendicare un aiuto, veniamo trattati come schiavi e sbattuti fuori come cani”.

Ha denunciato anche il Ministro della migrazione, il quale ha detto ieri che le persone rifugiate hanno l’essenziale per una vita dignitosa in Grecia. “Ma non abbiamo nulla - ha detto - ci danno 90 euro al mese. Quelli che sono fortunati abbastanza da avere la loro richiesta di riunificazione accettata devono poi pagare il biglietto per il viaggio in Germania, che vuol dire avere a disposizione 300 euro almeno. Sono quindi spinti verso la disperazione o i trafficanti di migranti. La soluzione è nelle mani del governo, loro sono responsabili. Le nostre richieste sono semplici così come lo è la soluzione”.

Photo credit: Marios Lolos


Fidan, una donna kurda che arriva dalla Siria, madre di tre bambini ha detto che suo marito sta vivendo in Germania da quattro anni. Lei e i suoi figli sono in un campo in Grecia, dove è impossibile per qualsiasi persona restare a lungo, date le condizioni del campo. I suoi bambini non stanno andando a scuola e l’assistenza sanitaria è carente. Il tempo passato nell’attesa le fa credere che sarebbe stato meglio restare in Siria. “Almeno lì sarei morta con dignità” è stata la conclusione del suo intervento.
Un’altra rifugiata è solo riuscita a dire: “Sono la madre di Ibrahim, che non vedo da quattro anni e che è in Germania”, prima che l’emozione la sopraffacesse.

Un rappresentante dell’iniziativa di solidarietà ha spiegato che la lotta per le riunificazioni familiari è autogestita e organizzata dalle rifugiate e rifugiati stesse, e che è il culmine di un percorso di lotte che dura da mesi. L’iniziativa di solidarietà è aperta a tutti i gruppi e le realtà che intendono partecipare. Gruppi e turni per la sicurezza, sostegno logistico, medico e legale, e per i contatti con i media sono già organizzati ma sono aperti a nuovi volontari. Ha inoltre condannato l’accordo ufficioso sulle riunificazioni familiari tra il governo greco e tedesco, un accordo fatto alle spalle delle famiglie. Le stesse critiche sono state riservate alla “Dichiarazione comune” ovvero all’accordo tra EU e Turchia in materia di immigrazione.
Gli scioperi della fame sull’isola di Lesvos a Mytilene e quello in piazza Syntagma si inseriscono in una cornice più ampia di lotta contro la fortezza Europa, contro il razzismo e la discriminazione e in favore dei diritti dei rifugiati.

Infine, sono state annunciate le prossime iniziative.
Mercoledì 8 novembre, si terrà una protesta simultaneamente ad Atene e [Berlino.
Sabato 4 novembre, si terrà una festa per bambini, figli di migranti e di locali, nella piazza.
Domenica 5 novembre una campagna di informazione si terrà per le vie del centro della città.

Una rappresentante di ADEDY, il sindacato dei dipendenti pubblici, ha presentato una risoluzione di solidarietà con le scioperanti e gli scioperanti. Altri collettivi e realtà politiche hanno preso la parola, estendendo la loro solidarietà alla lotta.

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Note

[1] http://www.meltingpot.org/Ricongiungimento-familiare-dalla-Grecia-lasciateli-essere.html nota di Melting Pot

Vedi anche

  • Atene, accampata in Piazza Syntagma - 14 persone in sciopero della fame: riunite le nostre famiglie!
  • 22 ottobre: un anno e mezzo di vita del City Plaza
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  • Reportage "Welcome to Greece" - Diktyo, una rete per i diritti politici e sociali
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  • La Libia è un grande carcere a cielo aperto
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  • Atene: rifugiati in sciopero della fame
  • I want my family: le proteste ad Atene per rivendicare il diritto a riunirsi coi propri cari in Germania
  • Oltre 2.500 migranti senza documenti trattenuti in Turchia
  • Quando la gente muore dal dolore
[ 3 novembre 2017 ]
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Accoglienza, Discriminazioni , Europa, Germania e immigrazione, Grecia e immigrazione, Migrazioni, Ricongiungimento familiare, Solidarietà e attivismo
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