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Sarkozy non si ferma

Quando tra qualche settimana ricomincerà l’anno scolastico, in Francia mancheranno qualche decina di migliaia di studenti stranieri. Non perché avranno terminato gli studi, o perché li avranno abbandonati volontariamente: ma perché saranno stati espulsi, insieme ai loro genitori sans papiers, immigrati rimasti oltralpe dopo la scadenza dei loro permessi di soggiorno. Le famiglie di illegali con bambini nelle scuole francesi avevano tempo fino a lunedì 14 agosto per presentare la domanda di regolarizzazione, richiesta dalle nuove leggi sull’immigrazione. Le richieste presentate sono circa 30.000. Ma il ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy, probabile candidato del centrodestra alle elezioni presidenziali del 2007, ha dichiarato che si aspetta di veder regolarizzate solo 6.000 posizioni. Le altre 24.000 famiglie verranno espulse nelle prossime settimane.

Le polemiche. Le associazioni per la difesa dei diritti degli immigrati sono sul piede di guerra. La Réseau Education sans Frontières, un gruppo-ombrello di 120 sindacati e movimenti per la promozione del diritto allo studio, ha parlato di “caccia al bambino” da parte del governo francese. France Terre d’Asile accusa Sarkozy di aver introdotto il dibattito sull’immigrazione “nel peggior modo possibile alla vigilia delle elezioni”. La battaglia si è spostata anche sul piano politico, con l’opposizione a chiedere una spiegazione da Sarkozy in Parlamento, accusando il ministro di mentire. “Si sapeva dall’inizio che avrebbero accettato solo 6.000 famiglie, qualunque fosse stato il numero di domande presentate”, ha detto Gaetan Gorce, segretario del Partito socialista. Dal canto suo, Sarkozy ha accusato le associazioni pro-immigrati di “irresponsabilità” e “demagogia”, indicano il governo Jospin (in carica dal 1997 al 2002) di aver peggiorato la situazione dell’immigrazione offrendo una sanatoria per 80.000 clandestini.

La nuova legge. Il giro di vite di Sarkozy, introdotto con una legge approvata a giugno dal Parlamento, ha reso più difficile l’immigrazione verso la Francia per i lavoratori non qualificati, prevedendo una serie di espulsioni per gli irregolari presenti nel Paese. Le proteste dell’opposizione e delle associazioni per gli immigrati hanno convinto il governo a procrastinare le espulsioni delle famiglie con bambini che frequentano le scuole francesi. Una prima moratoria scadeva a giugno, poi il tutto è stato spostato al 14 agosto. Per la legge francese, gli immigrati minorenni non possono comunque essere espulsi. Ma i loro genitori sì, e di fatto un rimpatrio degli adulti costringe i figli a seguire i genitori. Come una sorta di buonuscita, il governo rimborsa le famiglie espulse. Un gruppo di quattro persone, tra genitori e figli, riceve in media circa 6.000 euro. Se vengono regolarizzati gli adulti, diventano de facto regolari anche i minori della famiglia.

Nuova moratoria. Le decisioni spettano ai singoli prefetti, in base a linee guida che privilegiano le famiglie più integrate nel Paese: una famiglia i cui componenti parlano a malapena la lingua, per esempio, parte sicuramente sfavorita. Ma come fa il ministro a sapere già quante domande saranno accolte?, si chiedono i critici. Per questo, i socialisti chiedono che per l’esame delle richieste venga concesso un mese di tempo in più. Comunque sia, non tutte le famiglie di immigrati illegali devono aver presentato domanda di regolarizzazione. Le associazioni per gli immigrati stimano che nel Paese vivano dai 200.000 ai 400.000 immigrati. Significa che presto, probabilmente, almeno altre 20.000 famiglie dovranno tornare nei loro Paesi d’origine.