Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Sbai: Quota riservata per esclusi da decreto flussi

Occorre valutare la presenza massiccia di immigrati in Italia

In occasione del decreto flussi annuale, è necessario assegnare una quota riservata ai lavoratori stranieri per i quali sia stata presentata da tre anni la domanda di autorizzazione al lavoro e richiesta di nulla-osta e che sono rimasti fuori, perché eccedenti come numero rispetto alla quota prefissata”. Questo è il contenuto della proposta di legge presentata oggi dalla parlamentare del Pdl, Souad Sbai, in materia di immigrazione e determinazione dei flussi d’ingresso. “Nel nostro paese, occorre valutare la massiccia presenza di immigrati, forzatamente irregolari, che sono già da tempo alle dipendenze di datori di lavoro, i quali hanno richiesto, per loro, l’autorizzazione al lavoro sin dal decreto flussi del 2007 – spiega la parlamentare -. Sono gli stessi dati forniti dal Ministero dell’Interno e ribaditi dall’ultimo decreto flussi emanato a dicembre con DPCM perdurando la mancanza del documento programmatico triennale governativo, che mettono in evidenza esuberi delle domande e l’innegabile necessità di individuare una soluzione della questione della regolamentazione degli stranieri irregolari che si trovino sul territorio italiano, visto che i decreti via via si sovrappongono e l’esubero delle domande si intensifica sempre di più”. Per risolvere questo problema, Sbai ha presentato una proposta di legge per la modifica dell’articolo 21 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione n. 286/1998, sulla determinazione dei flussi di ingresso, e, in particolare, sull’ampliamento della quota riservata, sino ad ora destinata solo ai lavoratori di origine italiana. “Voglio agire affinché ci sia l’assegnazione in via preferenziale, alla pari dei lavoratori di origine italiana, nelle quote riservate, anche ai lavoratori stranieri per i quali sia stata presentata da tre anni la domanda di ammissione al decreto flussi, che siano in regola con la documentazione richiesta, ma che siano rimasti fuori, perché eccedenti come numero rispetto alla soglia prefissata. Il paese che accoglie lo straniero, dovrebbe attenersi ai principi fondamentali della Costituzione, che vuole la parità nella dignità sociale senza distinzioni di razza, lingua o religione; occorre dare dignità sociale e umana agli stranieri e alle straniere”. Per la Sbai va quindi data alle persone che si trovino per motivi legali nel nostro paese, “la possibilità di soggiornare regolarmente, con un lavoro dignitoso e retribuito, con criteri di parità di equità e di ragionevolezza, nonché di integrarsi socialmente e culturalmente, senza ostacoli o remore, nel nostro tessuto sociale, come vuole d’altra parte l’attuale riforma del Governo sull’immigrazione”.