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da Il Manifesto del 20 gennaio 2004

Sbarre, paura e barbiturici di Sara Menafra

Perquisizione dei Nas nel Cpt di Bologna. I detenuti sono stati sedati con antiepilettici

Fenobarbital e carbamazepina. Farmaci pesanti, di quelli capaci di far addormentare un cavallo, e che «ormai non usa quasi più nessuno perché sono troppo pericolosi», come spiega ogni farmacista con un po’ di esperienza. Sono le sostanze che i medici hanno trovato nel sangue di due immigrati appena usciti dal centro di permanenza temporanea di Bologna. Due come tanti, che durante la detenzione non hanno mai visto un medico né preso pillole o subito iniezioni. Ma che appena usciti hanno raccontato ai rispettivi avvocati delle strane sonnolenze che li tormentavano durante la vita quotidiana all’interno del centro. Si sono sottoposti alle analisi e sulla base delle loro denunce la procura di Bologna ha aperto un’inchiesta, coordinata dal pm Enrico Cieri, che venerdì sera ha portato a una perquisizione da parte dei carabinieri del Nas. La visita dell’Arma, la prima all’interno di un Cpt, è durata cinque ore durante le quali sono stati sequestrati campioni di cibo, bevande, tutti i farmaci presenti nell’infermeria, oltre ai documenti di scarico dei medicinali e il computer. Gli inquirenti preferiscono non commentare: «Non abbiamo ancora i risultati delle analisi ma le confezioni erano tutte sigillate e non avevano nessuna caratteristica sospetta».

«Non è esatto. Le confezioni di cibo sono chiuse ma non sigillate», ribatte l’avvocato Alessandra Ballerini di Genova, che difende uno dei querelanti. E spiega che una parte del cibo distribuito nella mensa del cpt di Bologna è contenuto in confezioni domopack chiuse da un cartoncino. Le stesse che si trovano in qualunque rosticceria, fatte apposta per essere aperte e richiuse in qualunque momento.

«Tutti gli immigrati presenti nei centri raccontano di avere molto sonno, più del normale – continua la Ballerini – generalmente, però, non riusciamo mai a verificare nulla perché quando escono dal cpt vengono rimpatriati. Questa volta invece sono tornati a Genova a raccontare l’accaduto». Le analisi fatte circa sette giorni dopo l’uscita dal centro, il 9 gennaio scorso, dimostrano che il sangue dei due pazienti conteneva 4,1 mg/ml di fenobarbital e 1,3 mg/ml di carbamazepina. Il fenobarbital è un barbiturico che calma il sistema nervoso centrale. Lo stesso che mischiato all’alcol stroncò la vita di Marilyn Monroe. «Somministrato a un paziente sano in dosi normali come è ipotizzabile in questo caso – spiega Sandro Burattini, farmacista – lo fa dormire moltissimo. Quando è sveglio il soggetto vive comunque in un mondo ovattato, la sensibilità è ridotta, persino i colori appaiono sbiaditi. Il cervello diventa incapace di connettere le cose viste con il loro significato». Anche la carbamazepina è decisamente pericolosa: anticonvulsionante usato per curare l’epilessia, su un paziente sano può causare frequenti movimenti del corpo involontari, come la torsione ripetuta della lingua.

Difficile ipotizzare che i due abbiano assunto queste sostanze in modo diverso, anche perché il fenobarbital in particolare è una sostanza equiparata agli stupefacenti e deve essere acquistato con una ricetta medica in duplice copia che riporti anche il nome del paziente a cui deve essere somministrato. E’ per questo che ora la procura di Bologna è convinta che i due farmaci siano quotidianamente somministrati durante i pasti a tutti i 70 ospiti maschi del cpt di via Mattei.

Non è la prima volta che il centro di Bologna finisce sotto inchiesta. Ad aprile scorso un gruppo di dieci immigrati raccontò di essere stato pestato a sangue dopo il tentativo di fuga di un detenuto. «A guidare la spedizione punitiva era il responsabile della croce rossa che gestisce il centro» spiegò uno di loro sulle pagine de il manifesto. Dalle denunce di quel gruppo è partita un’inchiesta che ha messo sotto accusa alcuni agenti di polizia, identificati durante un incidente probatorio, insieme ai dirigenti e i volontari del servizio. Nonostante questo a novembre scorso la prefettura di Bologna ha rinnovato alla Croce rossa l’appalto per la gestione della ex Caserma chiarini, che dal 2002 è il carcere degli immigrati petroniani.