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da Vivacity Bologna del 21 gennaio 2004

Sciopero della fame al Cpt: “Vogliamo le analisi del sangue”

Lo ha detto Valerio Monteventi, del Bologna social forum: "Per il centro si spendono ogni anno 40mila euro in farmaci e quelli più utilizzati sono sedativi"

Gli ospiti del centro di permanenza temporanea di via Mattei a Bologna hanno cominciato ieri sera uno sciopero della fame per ottenere di essere sottoposti in massa ad un esame del sangue. Lo ha raccontato Valerio Monteventi, consigliere comunale di Rifondazione comunista ed esponente del Bologna social forum. Per Monteventi gli ospiti (che definisce “detenuti”) sono preoccupati per la loro condizione sanitaria. Una preoccupazione generata dai servizi dei telegiornali visti ieri, che parlavano dell’indagine avviata dalla procura di Bologna in seguito alla denuncia fatta da tre ex ospiti del centro di essere stati sedati a loro insaputa nel periodo di soggiorno al Cpt.

“Al di là di come andrà l’inchiesta – ha detto Monteventi – esiste un dato preciso: nel Cpt si spendono 40mila euro all’anno per farmaci. Una cifra alta per una comunità che, in media, occupa 70 persone. I farmaci però più utilizzati non sono quelli di base, ma sedativi come il Rivotril, che è un antiepilettico. Nel centro ne vengono somministrate 80-100 gocce al giorno”.

Monteventi non ha voluto ovviamente rivelare la fonte di questi dati, ma ha sostenuto essere interna al centro. “Questi sono i dati che abbiamo – ha detto – e vorremmo che su queste informazioni ci fosse confronto”. Le quantità somministrate quindi se non provano la somministrazione inconsapevole, profilano, per il consigliere, un “utilizzo allegro” dei farmaci sedanti e “dimostrano la superficialità con cui viene affrontata, con leggerezza, la questione sanitaria del Cpt”. Per Monteventi, che a nome del Bologna social forum ha ribadito la necessità di chiudere i Cpt in Italia, questo tipo di struttura non viene utilizzata solo per rimpatriare gli immigrati clandestini che si sono macchiati di reati, ma sempre più è uno strumento “regolatore delle conflittualità del mondo del lavoro”. Sono in aumento infatti per Monteventi gli immigrati che finiscono al Cpt perché hanno perso il lavoro, o perché addirittura sono stati denunciati (al fine di non pagare gli stipendi pattuiti) da chi li aveva assunti in nero.

Monteventi e il Bologna social forum hanno invitato il sindaco Giorgio Guazzaloca a prendere posizione sulla vicenda, e hanno chiesto che sia sospesa la convenzione con la Croce Rossa. Inoltre, dopo aver ricordato che la Prefettura non ha mai voluto rendere noti i dati sulla attività del centro, hanno chiesto a Regione, parlamentari della città e enti locali di verificare con cadenza settimanale quali siano le condizioni di vita nel Cpt.

E il Bsf lancia un’intera settimana – a partire da lunedi prossimo – di iniziative per parlare dei diritti dei migranti e per contestare i centri di permanenza temporanea. La settimana culminerà nella giornata europea di mobilitazione contro i Cpt, che in Italia prevede quattro manifestazioni Roma, Crotone, Sicilia, e Torino, dove andranno i militanti bolognesi del Bsf.
Lunedì alle 17.30 in Piazza Maggiore andrà inscena “La vita amara a Bologna”, mostra fotografica sulle difficili condizioni abitative degli immigrati a Bologna in chiara polemica con la mostra a palazzo comunale “la dolce vita a Cortinà. Martedì, alle 21, nello spazio autogestito della comunità senegalese nell’ ex centro di accoglienza ‘Certani’ alla Barca é previsto un dibattito sulle condizioni di lavoro degli immigrati. Mercoledì all’ ex-mercato 24 di via Fioravanti serata contro i Cpt. Giovedì con un maxi schermo sistemato in via Venezian, davanti alla questura, saranno proiettate le immagini, realizzate dalla comunità senegalese, sulle difficoltà per ottenere un permesso di soggiorno. Venerdì al Tpo di viale Lenin dalla 20 in poi è prevista una serata di festa con tanto di cena a base di cous-cous.