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Tratto dal sito www.bulgaria-italia.com

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Ricerca dell'Oil sul mercato del lavoro in Italia

Gli extracomunitari che cercano lavoro in Italia sono vittime di una forma particolarmente odiosa di discriminazione: quella a prima vista; scatta nei colloqui di assunzione e, ai datori di lavoro, bastano pochi, immediati elementi percettivi per innescarla (il colore della pelle, l’accento ecc.). Nel nostro Paese questa forma di discriminazione colpisce gli extracomunitari nel 40,9% dei casi. Il dato, in linea con la media d’intolleranza degli altri paesi europei, è stato diffuso dall’Organizzazione internazionale del Lavoro (Oil), che ha presentato a Roma il rapporto finale della ricerca «La discriminazione dei lavoratori immigrati nel mercato del lavoro in Italia».

La ricerca si è basata su un modulo già applicato dall’Oil in altri paesi ed è indirizzata a rilevare eventuali discriminazioni nell’assunzione di personale appartenente alle minoranze immigrate rispetto ai nazionali. Nel corso dell’indagine attori nazionali e immigrati di prima generazione di origine marocchina (la comunità più rappresentata in Italia) con identiche caratteristiche hanno risposto agli stessi annunci di lavoro.

Su un totale di 533 casi validi e utili ai fini dell’indagine i ricercatori hanno calcolato il tasso di discriminazione. Il risultati – rilevano gli esperti dell’Oil – consentono di affermare che certamente sono documentabili episodi di discriminazione verso i giovani marocchini semi qualificati e che non si tratta di casi estremi o sporadici: il maggior caso di trattamenti discriminanti (26,6%) si verifica già nella prima fase, quella della semplice presentazione della candidatura. Nella seconda fase – l’invito per un colloquio – il tasso è sceso all’11,6% e nella terza fase si è ridotto al 2,6% a dimostrazione del fatto che chi intende discriminare lo fa quasi sempre al primo contatto.

Se distinguiamo i risultati a seconda delle città in cui si sono svolte le prove – Torino, Roma e Napoli – la discriminazione sembra distribuirsi in modo abbastanza omogeneo con un tasso rispettivamente pari al 43,2%, 45,7% e 33,7%.

La discriminazione nei diversi settori
Per quanto riguarda i settori del mercato del lavoro esaminati l’edilizia registra il più basso tasso di discriminazione (31,3%), mentre i settori dell’industria e dei servizi si equivalgono con quasi il 42%. Dalla ricerca sul campo sembra siano proprio i lavori di servizio nella ristorazione (52,2% di discriminazione netta rispetto al 33,8% del commercio e al 36,7% di altri servizi) – attività che richiedono contatto con la clientela – a presentare maggiori difficoltà per i marocchini. Poiché molti posti di lavoro a Roma si riferivano proprio a tali professioni, è possibile che questo abbia fatto salire il tasso di discriminazione.

I risultati a seconda delle caratteristiche delle imprese (piccola, media e grande) vanno esaminati con cautela – sottolineano i ricercatori – in quanto è stato difficile durante la ricerca individuarne con precisione le dimensioni. Tuttavia, nel caso di Torino, è stato possibile verificare una minore propensione alla discriminazione da parte delle imprese medio-grandi (26,7%). Ciò è probabilmente dovuto alle procedure differenziate di selezione del personale: la maggiore discriminazione nelle piccole imprese si può spiegare anche con il fatto che il selezionatore quasi certamente è destinato a lavorare fianco a fianco del nuovo assunto e quindi esprime il suo orientamento discriminatorio. Nelle grandi, invece, le procedure più standardizzate eviterebbero quanto meno che il candidato straniero venga respinto al primo contatto.

Secondo Patrick Taran, Senior Migration Specialist dell’OIL « Il dato italiano non si discosta da quello rilevato in analoghi studi condotti dall’OIL in altri paesi europei. Ciò significa che il fenomeno affonda le sue radici nell’intera società europea e che combattere la discriminazione nel mondo del lavoro contribuisce a promuovere la cultura dell’integrazione, a garantire la coesione sociale e a rafforzare il sistema economico».

Da alcuni anni l’Oil, attraverso il suo programma «Combattere la discriminazione nei confronti dei lavoratori migranti e le minoranze etniche nel mondo del lavoro» ha avviato una serie di indagini in diversi paesi europei, tra cui quella presentata oggi a Roma, per migliorare la comprensione della migrazione per lavoro verso l’Europa. Obiettivo del programma è ridurre la discriminazione nei confronti delle minoranze etniche e dei lavoratori migranti regolari informando governi, imprenditori, lavoratori, ONG e individui impegnati in attività antidiscriminatorie su come la legislazione, la formazione e le misure pratiche possono essere rese più efficaci.