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da Viveresenigallia.it del 30 novembre 2006

Senigallia – Hamid, tra certificazioni e volontariato

Dalla rubrica Culture migranti

di Giulia Angeletti
Hamid viene da Marrakech, città millenaria del Marocco, oggi molto di moda per il turismo di massa.
Si laurea in Agraria, titolo di studio facilmente spendibile nel suo paese, ma decide di proseguire gli studi altrove. Già durante il primo anno di università, aveva fatto un’esperienza in Francia: il sistema universitario del Marocco infatti favorisce molto la mobilità internazionale degli studenti, soprattutto nei paesi di lingua francofona.

Nel 2000 viene in Italia, a Bari, dove frequenta, grazie ad una borsa di studi, un master internazionale in agricoltura biologica. Due anni dopo, con in tasca un ulteriore titolo di studio, spedisce il suo curriculum verso varie aziende, non solo in Italia, ma anche in Francia e in Marocco. Tra le varie risposte positive, sceglie un po’ per caso Senigallia, e dopo tre mesi di tirocinio, viene assunto.

“La società marocchina di adesso è paragonabile alla società italiana degli anni ‘50 – ci spiega Hamid – è tutta imperniata sulla famiglia e sul matrimonio”. La società in Marocco è molto religiosa, a contrario di quella italiana, o quella francese, e le libertà individuali sono spesso soffocate dall’importanza data alla famiglia. Ma è soprattutto il livello economico che incide sul modo di vivere della gente.

Hamid già in Marocco aveva preso una sua strada, in qualche modo di critica e autocritica nei riguardi della società in cui viveva. Per come è fatto, ci dice, non ha avuto molte difficoltà ad inserirsi in Italia, anche perché ritiene la cultura dalla quale proviene del tutto compatibile con quella italiana.
Le diffidenze più forti le ha avvertite guardando la televisione, dove gli stranieri sono spesso considerate delle persone che pesano sulla società, dice, mentre la maggior parte di esse lavora onestamente.

“La gente deve capire che uno straniero è una persona uguale a tutte le altre, con gli stessi diritti, e con gli stessi doveri” sostiene Hamid, che si dichiara contro il vittimismo di alcuni stranieri, e contro l’atteggiamento di pietà ed ostilità di molti italiani, due atteggiamenti opposti, eppure simili, che considerano lo straniero come diverso, e quindi in qualche modo lo discriminano.

Oggi Hamid lavora per l’Istituto Mediterraneo di Certificazione: è un ispettore che controlla i prodotti delle aziende agricole, e poi rilascia le certificazioni necessarie. Inoltre, essendo la sua un’azienda internazionale, è anche responsabile dei rapporti con i clienti all’estero, cosa che lo porta spesso a viaggiare. Egitto, Turchia, Libano, sono le ultime tappe del suo lavoro, e tra poco andrà nelle Filippine.

Quando non lavora, Hamid svolge del volontariato alla Caritas, dove tra l’altro insegna arabo ai volontari, e quando il lavoro glielo consente fa i turni nella bottega del commercio equo e solidale.
Se il suo presente è a Senigallia, Hamid sogna per il futuro di tornare in Marocco, dalla sua famiglia, magari dopo aver messo su un’attività propria.