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Senigallia – In corteo per la libertà: assedio alla caserma dei carabinieri

Sabato 18 aprile è stata una giornata di mobilitazione nazionale che da Verona a Castel Volturno, passando per Bologna, Padova, Pisa, Brescia, Reggio Emilia, Conegliano fino a Senigallia ha visto scendere in piazza migliaia di persone contro il razzismo, la crisi, il pacchetto sicurezza e per la libertà, la dignità e i diritti di tutte e tutti: italiani e migranti.

A Senigallia, dietro a due striscioni con scritto: “Libertà, rompiamo il controllo. Diritti e dignità per il Rione Porto” e “Che la paura cambi fronte”, un corteo di 250 persone ha attraversato le principali vie del centro storico. Partito da Via Carducci il corteo ha raggiunto Piazza Roma – principale piazza cittadina – bloccando più volte il traffico nei principali snodi stradali, urlando in italiano e in arabo le ragioni della protesta. In piazza Roma, sotto il Comune, davanti a tantissimi cittadini, è stata letta la proposta di “riqualificazione dal basso” del Rione Porto scritta dal Coordinamento Migranti Terza Italia.

Il corteo è poi ripartito verso la Caserma dei Carabinieri per denunciare un pestaggio avvenuto nei pressi di Piazza Manni lo scorso 3 aprile, quando in pieno pomeriggio quattro carabinieri hanno aggredito, ammanettato, umiliato e pestato alcuni lavoratori ambulanti senegalesi, davanti agli occhi sbigottiti di molte persone.

Durante il tragitto alcuni agenti in borghese e in divisa hanno provato a farsi largo nel corteo, aggredendo un ragazzo diciassette alla quale è seguita la risposta decisa e determinata dei manifestanti che hanno respinto la provocazione degli agenti.
Altri momenti di tensione si sono avuti davanti alla caserma dei carabinieri quando alcuni manifestanti hanno attaccato all’ingresso della caserma uno striscione con scritto “Basta con gli abusi in divisa: Vergogna!” mentre altri chiudevano simbolicamente i due lati della via con il nastro che si usa per segnalare il pericolo durante i lavori stradali. Anche in questa situazione i manifestanti sono venuti a contatto con le forze dell’ordine, che però non sono riuscite ad impedire lo svolgimento delle azioni. Il corteo è poi ripartito verso Via Carducci, dove si è sciolto.

Finito il corteo alcuni manifestanti sono stati seguiti dalle forze dell’ordine fino a casa. D’estrema gravità, è quello che è accaduto ad una coppia di ragazzi che, a corteo finito, mentre camminavano tranquillamente per le vie del centro per fare spesa, si sono accorti di essere pedinati e ripresi con una telecamera da tre agenti in borghese per poi, dopo poco, essere fermati da una volante dalla quale sono scesi due poliziotti, uno dei quali particolarmente nervoso e aggressivo.
Quando sono giunti nel posto – sotto il Comune – altri manifestanti per capire cosa stava succedendo, il clima era molto teso. Sono volati spintoni e insulti, finché un poliziotto ha aperto la fondina portando la mano verso la pistola. A quel punto i manifestanti presenti hanno iniziato a urlare spostandosi in Piazza Roma, attirando così l’attenzione delle persone che passavano nei paraggi e questo, probabilmente, ha evitato che la pistola fosse estratta.
La situazione di forte imbarazzo e difficoltà per le forze dell’ordine ha permesso ai manifestanti di allontanarsi.

Un gesto gravissimo – fosse anche di un rambo in erba – che è paradigmatico del clima repressivo e del senso d’impunità di cui le forze dell’ordine sanno di godere in questo paese.