Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

da Viveresenigallia.it dell' 1 febbraio 2007

Senigallia – Mounir: con uno stipendio solo non ce la facciamo

Dalla rubrica Culture migranti

di Giulia Angeletti
Mounir lascia la Tunisia che aveva 22 anni. Con un diploma di cameriere trova presto lavoro a Bari, dove già viveva un suo amico. A quel tempo, nel 1990, ma Mounir solo nel 1995, con l’apertura della sanatoria, fa tutti i documenti necessari per rimanere in Italia.

A Bari conosce una ragazza tunisina, che nel 1998 diventerà sua moglie. L’anno dopo arriva a Senigallia, dove aveva trovato lavoro presso una ditta che lo porta in giro per tutte le Marche.
Per guadagnare qualcosa Mounir si arrangia a fare diversi lavori: fa i contro soffitti, il pittore e il cameriere. “Bisogna accettare il lavoro quello che c’è, se no si resta a casa”.

Se per il lavoro non ha mai trovato difficoltà, il grande problema di Mounir resta la casa, legato strettamente alla salute di sua figlia. Mounir, la moglie e le loro due bambine infatti vivono in una stanza di 26 mq, la luce gliel’hanno staccata perché non la potevano pagare.

“Con uno stipendio solo non ce la facciamo a pagare una casa. Abbiamo fatto richiesta per le case popolari nel 1999, ma solo pochi mesi fa è arrivata risposta. Ancora non c’è una casa pronta per noi. Allora ho fatto tutti i documenti necessari per dimostrare che la casa in cui stiamo adesso non è abitabile. Ma poi ti prendono in giro, da un posto ti mandano ad un altro. Ufficio sanitario, comune, ufficio tecnico.” Dice Mounir, e poi continua: “Chiedo almeno che mettano mia moglie e le mie figlie in una casa in cui ci sia il riscaldamento”.

La moglie di Mounir non può lavorare perché deve stare dietro alle bambine, e soprattutto alla più grande che è stata molto malata. Quando aveva 2 anni i medici infatti le hanno trovato un tumore al cervello ed è stata operata. In quel periodo neanche Mounir ha lavorato per stare dietro alla bambina, che ha dovuto passare molto tempo all’ospedale di Ancona.

La bambina poi ha avuto l’asma, e la casa in cui abitano non aiuta certo la sua salute.
A scuola le hanno poi detto che ha problemi di apprendimento, e che ha bisogno di una maestra di sostegno, ma, data la mancanza di personale, la bambina può essere seguita solo per sei ore alla settimana.
Mounir allora ha chiesto un aiuto economico, ma gli hanno risposto che senza carta di soggiorno non può ricevere 400 euro. È bene notare che la carta di soggiorno la prende solo chi ha un reddito abbastanza alto e una casa sufficientemente grande.

A chi rivolgersi? “Tutti questi problemi non abbiamo nessuno a cui dirli. Il sistema dei consiglieri degli stranieri non funziona per niente, se gli dico i miei problemi dicono che non è di loro competenza”. E poi ancora “Almeno un aiuto, dopo vent’anni che lavoro qui, almeno per la bambina”.