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Sgomberi e persecuzione dei Rom a Monza

Milano, 4 marzo 2010. Emilia è una madre di famiglia romena di etnia Rom, ha trentacinque anni, ma ne dimostra cinquanta: sul suo viso, i segni di tanti anni trascorsi senza una casa, da una baracca a un ponte, da un fabbrica dismessa a una tenda.

“Mio marito è un brav’uomo che desidera solo lavorare e dare una casa ai suoi bambini,” racconta, “ma come si può sperare di integrarsi e mandare i figli a scuola, se dovunque andiamo ci danno la caccia e ci impediscono di fermarci? Sapete quante volte ci hanno sgomberati?

Negli ultimi due anni, almeno venti volte”. Emilia e il marito hanno conosciuto anche diversi episodi di discriminazione e violenza. “Da qualche mese viviamo a Monza, in case abbandonate. Mio marito è stato pestato, i miei figli schiaffeggiati e insultati, mentre a me hanno gridato di andarmene via, se no mi davano fuoco.

Qualsiasi Rom che viva a Monza può raccontarvi del trattamento che ci riservano gli uomini in divisa e i razzisti. Ce ne sono tanti, qui, di razzisti”. Il 26 febbraio la famiglia è stata evacuata da un insediamento “abusivo” formato da tende e baracche. Ieri, Emilia e i suoi cari sono stati nuovamente costretti ad abbandonare un rifugio di fortuna, nonostante la donna avesse la febbre alta.
“Ci hanno denunciati tante volte, per occupazione abusiva e anche per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, anche se nessun Rom si sognerebbe mai, di questi tempi, di fare resistenza o di offendere un agente durante uno sgombero, perché sarebbe come suicidarsi”. Il calvario della famiglia, che da Monza si è spostata a Milano, prosegue.
“Abbiamo offerto loro un rimpatrio umanitario a nostra cura,” dicono alcuni attivisti, “ma a Timisoara, da dove provengono, non li attenderebbe alcun futuro: né casa né parenti con possibilità di ospitarli né opportunità di lavoro. Sono profughi a tutti gli effetti e le Istituzioni italiane avrebbero il dovere di assisterli e inserirli in un piano di alloggio, lavoro e scolarizzazione dei minori, come prevedono le direttive Ue e la Costituzione.

Invece, rientrano nel progetto nazionale di espulsione di massa che riguarda il popolo Rom e che avviene – attraverso continue azioni repressive – in violazione di tutte le carte internazionali che tutelano gruppi sociali e popoli”.

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