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Si scrive accoglienza, si legge profitto. Salvini giù la maschera

La Rete Restiamo Umani promuove venerdì 3 maggio a Roma un presidio sotto la sede della ORS, multinazionale del profitto nell' “accoglienza”

La Legge Salvini sulla sicurezza, con il drastico ridimensionamento del sistema SPRAR – sistema basato sull’ accoglienza diffusa dei richiedenti asilo e dei rifugiati in collaborazione con Comuni e organizzazioni non profit – e con la scelta di potenziare i grandi centri di accoglienza straordinaria CAS, ha aperto le porte agli “sciacalli dell’accoglienza”, grandi multinazionali straniere che stanno puntando a prendere in mano la gestione dell’accoglienza dei migranti in funzione dei propri profitti privati. Si tratta di tre holding del nord Europa: il gruppo privato svizzero ORS, la norvegese HERO e la tedesca Homecare.

Questo è ciò che emerge dal dossier “Migranti: gli sciacalli della finanza brindano a Salvini”, curato dalla rivista Valori.it e presentato lo scorso 29 gennaio alla Camera dei Deputati. (Leggi il dossier)

Secondo tale dossier, la legge sicurezza voluta dal governo gialloverde sta preparando il terreno ideale per grandi gruppi come ORS, il quale, dal 2014, avrebbe generato ricavi per 99 milioni di dollari – triplicando così il fatturato del 2007 – e che ad oggi sarebbe interessato ad espandersi in Italia. Questo perché a seguito della chiusura della rotta balcanica e del ripensamento da parte di governi europei sulla gestione dell’accoglienza da parte di privati, ORS si trova in crisi in Austria come in Svizzera. Negli ultimi anni è stato infatti investito da polemiche a causa delle pessime condizioni in cui vivono le persone rinchiuse nei mega-centri. E’ questo un modello ricalcato sulle carceri private statunitensi, basato sulla massimizzazione dei profitti, perseguita attraverso il taglio dei costi di gestione ed il sovraffollamento. Inoltre, i dati forniti da documenti ufficiali forniti dall’ANCI mostrano che una persona accolta nella struttura SPRAR costa allo Stato molto meno rispetto ad una in un CAS.

I costi per l’accoglienza, quindi, aumenteranno di molto, a tutto vantaggio di grandi multinazionali e in barba all’ipocrita slogan di Salvini “prima gli italiani”.

Nel momento in cui scoppia la guerra in Libia, determinando un ulteriore flusso migratorio, assistiamo qui in Italia a una sempre maggiore stretta repressiva nei confronti delle donne e degli uomini che cercano di arrivare nel nostro Paese, con tempi di detenzione raddoppiati atti all’identificazione delle persone recluse nei CPR e negli hotspot, drastici tagli a servizi fondamentali all’ inclusione come l’insegnamento della lingua italiana e l’accesso ai servizi sanitari, senza parlare delle condizioni di confinamento e di eterna attesa cui sono destinati gli “ospiti” dei grandi centri gestiti da privati.

È necessario invece un sistema di accoglienza inclusivo, che permetta alle persone che giungono in Italia di vivere degnamente, che garantisca diritti effettivi e certi, che tuteli gli esseri umani in quanto tali. Un sistema che superi quello degli SPRAR (che hanno mostrato molte potenzialità ma anche limiti evidenti), scommettendo sulla coesistenza tra migranti e autoctoni e che supporti la piena autodeterminazione e la libertà di scelta delle persone, come ad esempio con il modello sperimentato a Riace dal sindaco Mimmo Lucano e da altre realtà, oltre i confini interni e esterni imposti dai governi europei e da un stato italiano sempre più razzista.

Per questo la Rete Restiamo Umani manifesterà venerdì 3 maggio dalle ore 17 sotto la sede legale della ORS Italia s.r.l., azienda che ha come unico obiettivo il profitto e che considera le persone migranti come oggetti cui è assegnato un valore economico da sfruttare al massimo. E’ da questi soggetti che dobbiamo difenderci, non dalle migliaia di migranti che chiedono aiuto perché in fuga da guerre, povertà e devastazione ambientale e cambiamenti climatici.